Il periodo della maternità è molto delicato. Portare avanti una gravidanza può essere molto complesso e, dopo il parto, separarsi dal bambino può essere ancora più difficile. I neonati, subito dopo la loro nascita, dipendono dalle cure della loro mamma, per questo motivo, le madri devono dedicarsi completamente al loro bambino e diventa impossibile per loro riuscire coniugare la vita privata con quella lavorativa.
Per venire incontro a queste esigenze, lo Stato italiano ha istituito il congedo di maternità obbligatorio: un periodo di 5 mesi durante il quale le future madri, o le madri che hanno appena avuto un bambino hanno l’obbligo di astenersi dall’attività lavorativa per prendersi cura della loro salute e del benessere del loro bambino.
In questo articolo ti spiegheremo a chi spetta il congedo di maternità, come fare domanda e tutte le informazioni utili per riuscire a usufruire di questo beneficio.
- Cos’è il congedo di maternità?
- A chi spetta il congedo di maternità obbligatorio?
- Quanto dura la maternità obbligatoria?
- Quando e come fare domanda di congedo di maternità
- Quando e come viene erogata l’indennità di maternità
- Quali sono gli altri sostegni a favore della genitorialità?
- Indennità Inps per le neomamme
- FAQ
Cos’è il congedo di maternità?
Per congedo di maternità obbligatorio, chiamato anche maternità obbligatoria, si intende quel periodo di 5 mesi durante il quale le lavoratrici dipendenti che sono al termine della gravidanza, hanno appena avuto un bambino, o ne hanno adottato uno, sono obbligate ad allontanarsi dal lavoro.
Durante questo periodo, le donne non riceveranno lo stipendio dal proprio datore di lavoro ma beneficeranno di un’indennità di maternità erogata dall’INPS pari all’ 80% dello stipendio mensile.
La maternità obbligatoria è considerato un diritto inviolabile, pertanto, in nessuna occasione si può scegliere di non beneficiarne.
A chi spetta il congedo di maternità obbligatorio?
La maternità obbligatoria spetta a tutte le:
- lavoratrici dipendenti assicurate all’INPS anche per la maternità;
- lavoratrici dipendenti assicurate ex IPSEMA;
- donne disoccupate o sospese;
- lavoratrici agricole che, nell’anno in cui inizia congedo, siano iscritte negli elenchi nominativi annuali in qualità di braccianti per almeno 51 giornate lavorative;
- colf e badanti;
- lavoratrici a domicilio;
- lavoratrici che svolgono attività socialmente utili o di pubblica utilità;
- lavoratrici che lavorano nell’amministrazione pubblica.
Le lavoratrici autonome, invece, non possono beneficiare della maternità obbligatoria ma possono usufruire di un altro tipo di indennità che non implica l’astensione dall’attività lavorativa.
In caso di situazioni particolarmente gravi, come per esempio la morte della madre durante il parto, o l’abbandono del minore, il congedo di maternità può essere richiesto anche dal padre.
Quanto dura la maternità obbligatoria?
La maternità obbligatoria dura 5 mesi, un periodo di tempo che può essere suddiviso tra i mesi che precedono il parto e quelli successivi. Ogni madre per usufruire della maternità può scegliere tra diverse alternative, per esempio tante mamme decidono di lavorare sino al nono mese di gravidanza e di utilizzare tutti e cinque i mesi del congedo di maternità per prendersi cura del piccolo dopo la sua nascita.
Nel dettaglio le mamme possono scegliere tra le seguenti opzioni:
- iniziare il congedo all’ottavo mese di gravidanza e concluderlo tre mesi dopo la nascita del bambino. Questo congedo è conosciuto come congedo di maternità ordinario;
- cominciare il congedo al nono mese di gravidanza e concluderlo dopo quattro mesi dalla nascita del figlio. Questo congedo di maternità, chiamato anche congedo di maternità flessibile deve essere autorizzato dal ginecologo del Servizio Sanitario Nazionale;
- iniziare il congedo di maternità dopo il parto e concluderlo non appena il figlio ha raggiunto il quinto mese di età. Anche in questo caso, la richiesta di maternità deve essere accompagnata dall’approvazione di un ginecologo del Servizio sanitario Nazionale;
- cominciare il congedo prima dell’ottavo mese. Questo congedo viene chiamato anche maternità anticipata e viene concessa alle madri che stanno portando avanti una gravidanza a rischio o che svolgono lavori non compatibili con la gravidanza. Anche in questo caso è necessaria una certificazione medica.
In caso di parto gemellare, la durata della maternità obbligatoria non cambia.
Quando e come fare domanda di congedo di maternità
La domanda di maternità, a meno che non ci siano esigenze particolari da valutare assieme ai medici per cui è necessario anticipare il congedo, va inoltrata due mesi prima della data prevista per il parto.
Per presentare la domanda è necessario seguire questi passaggi:
- inoltrare all’INPS il certificato di gravidanza attraverso l’operato del Servizio Sanitario Nazionale. Il certificato medico dovrà essere consegnata anche al datore di lavoro;
- presentare una richiesta formale all’Inps accedendo alla piattaforma dell’ente tramite le credenziali SPID, la carta CIE o la CNS. In alternativa le future madri possono inviare la richiesta anche attraverso il contact center chiamando il numero 803 164 da rete fissa o 06 164 164 da rete mobile (a pagamento), o richiedendo aiuto agli enti di patronato;
- presentare la copia della ricevuta della domanda al datore di lavoro;
- comunicare, attraverso la piattaforma INPS, la data di nascita del figlio e le sue generalità entro 30 giorni dalla sua nascita.
Quando e come viene erogata l’indennità di maternità
L’indennità di maternità, solitamente, viene anticipata dal datore di lavoro che verrà in un secondo momento rimborsato dall’Inps.
Per tutte le lavoratrici stagionali, le operaie agricole, le lavoratrici dello spettacolo saltuarie o a termine, le colf, le badanti, le donne disoccupate o sospese, le lavoratrici assicurate ex IPSEMA, l’indennità di maternità sarà pagata direttamente dall’INPS attraverso l’accreditamento sul conto corrente bancario o mezzo bonifico.
In entrambi i casi, il pagamento dovrebbe essere inoltrato entro 120 giorni dalla presentazione della domanda.
La maternità può essere estesa?
Il congedo di maternità può essere esteso solo in determinate circostanze attraverso l’istituto della maternità anticipata. Qualora si verifichino particolari condizioni lavorative pericolose per la salute della mamma e che possono interferire con la gravidanza è possibile richiedere la maternità anticipata in qualsiasi momento dall’inizio della gravidanza fino alla fine del settimo mese.
Inoltre, se le condizioni lavorative rischiose persistono e non è possibile cambiare mansione lavorativa, l’Ispettorato del Lavoro può estendere la maternità anticipata fino a 7 mesi dopo il parto.
Quindi, il congedo di maternità può essere esteso, per tutto il tempo che intercorre dall’inizio della gravidanza fino al settimo mese dopo il parto qualora sussistano le condizioni e la domanda di estensione del congedo di maternità viene approvata. Per approfondire l’iter di concessione dell’estensione ti invitiamo a leggere il nostro articolo sulla maternità anticipata.
E se l’attività lavorativa non influenza la salute della mamma e del bambino?
Oltre la maternità anticipata, ogni madre può richiedere la maternità facoltativa, chiamata anche congedo parentale: un periodo di tempo di 9 mesi in cui ai genitori viene concesso di allontanarsi dal lavoro per stare più vicino al loro figlio sino al compimento dei suoi 12 anni.
Le madri che scelgono di usufruire della maternità facoltativa riceveranno un indennizzo pari all’80% dello stipendio per un mese e un indennizzo pari al 30% dello stipendio per altri 8 mesi.
Una volta terminato il periodo di maternità facoltativa, le madri per conciliare vita lavorativa e vita privata, potranno affidare il loro bambino alle cure di un asilo nido e pagare i costi del servizio grazie il bonus asilo nido.
Quali sono gli altri sostegni a favore della genitorialità?
Per lo stato italiano la creazione della “famiglia” è un’istituzione da salvaguardare e incentivare. Mediante misure mirate lo stato offre numerosi sostegni ai cittadini, tra i quali:
Indennità Inps per le neomamme
Le future mamme e le neomamme per prendersi cura del proprio benessere e di quello del loro bambino hanno il diritto a fruire del congedo di maternità obbligatorio per un periodo di 5 mesi, grazie al quale sono esonerate dallo svolgimento dell’attività lavorativa.
Durante la maternità obbligatoria, le mamme riceveranno un’indennità di maternità pagata dall’Inps pari all’80% dello stipendio.
Il beneficio non può essere esteso oltre il termine se non grazie alla maternità anticipata. Inoltre, le mamme potranno richiedere di usufruire, dopo il parto, della maternità facoltativa e del bonus asilo nido.
FAQ
Quanto dura il congedo di maternità?
Il congedo di maternità dura 5 mesi, e ogni mamma può scegliere il periodo più congeniale tra i mesi che precedono il parto e quelli successivi.
Quando si invia la domanda per il congedo di maternità?
Il domanda per il congedo di maternità va inoltrata due mesi prima della data prevista per il parto.
Chi paga l’indennità di maternità?
L’indennità di maternità viene anticipata dal datore di lavoro e poi rimborsata dall’INPS. In alcuni casi particolari, l’indennità viene pagata direttamente dall’Inps tramite accredito sul conto corrente bancario.
Cosa è, invece, il congedo facoltativo di maternità?
La maternità facoltativa, chiamata anche congedo parentale, è il periodo di tempo di 9 mesi in cui i genitori possono assentarsi dal lavoro per stare più vicino al figlio fino al compimento dei suoi 12 anni.
Cosa è la domanda di estensione del congedo di maternità?
Quando condizioni di lavoro pericolose possono compromettere la salute della mamma e del bambino, grazie alla maternità anticipata è possibile estendere il congedo dall’inizio della gravidanza fino alla fine del settimo mese, e in alcuni casi, anche fino al settimo mese dopo il parto.