In Italia, molte persone si trovano a dover affrontare la sfida quotidiana di vivere con una disabilità grave, una condizione che spesso richiede la presenza costante di un accompagnatore.
La necessità di un’assistenza continua, che va dal supporto nella deambulazione all’aiuto nelle pratiche di cura personale, rappresenta non solo un carico emotivo e fisico, ma anche un significativo onere economico per le famiglie coinvolte.
Per questo motivo lo Stato ha ideato l’indennità accompagnamento: una prestazione economica che aiuta a coprire i costi legati all’assistenza quotidiana, tutelando la dignità e i diritti di coloro che vivono con gravi disabilità.
Se anche tu pensi di avere bisogno dell’indennità di accompagnamento, o credi che uno dei tuoi familiari possa ottenerla, in questo articolo scoprirai come presentare la domanda e quali sono i requisiti per ottenere l’assegno mensile.
- Cos'è l'indennità di accompagnamento?
- Chi ne ha diritto?
- Obblighi dell’accompagnatore
- Quando, dove e come fare domanda per l’indennità di accompagno
- A quanto ammonta l'indennità di accompagnamento?
- Durata dell’assegno di accompagnamento
- Quando si riceve l’accompagnamento è come viene erogata?
- Cosa fare se la domanda viene respinta
- Quando si perde l'indennità di accompagnamento
- Compatibilità con altri benefici
Cos’è l’indennità di accompagnamento?
L’Indennità di Accompagnamento è una prestazione economica riconosciuta dallo Stato italiano, tramite l’INPS, ai cittadini invalidi al 100% o con una disabilità grave che non gli permette di compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita, o di camminare senza l’aiuto di un accompagnatore.
Dal momento che l’obiettivo di questa indennità è quello di supportare le persone che necessitano di assistenza continua, questo sostegno è erogato indipendentemente dal reddito.
Differenze con altri benefici: congedo straordinario e assegno di invalidità
L’indennità di accompagnamento è una prestazione diversa da altri strumenti di assistenza e previdenza sociale come il congedo straordinario per assistenza a familiari disabili e l’assegno di invalidità.
Il congedo straordinario è un diritto riconosciuto ai lavoratori dipendenti e non agli invalidi, che permette di assentarsi dal lavoro per assistere un familiare con grave disabilità. Durante il congedo, al lavoratore viene riconosciuta un’indennità in modo che possa sentirsi libero di prestare assistenza senza la paura di avere ripercussioni sul lavoro o sulla retribuzione.
L’assegno di invalidità, invece, è un sostegno economico concesso a persone che hanno una capacità lavorativa ridotta (dal 74% al 99%), ma che non sono totalmente inabili. questo assegno, a differenza dell’ indennità di accompagnamento è legato alla sussistenza di specifici requisiti contributivi e reddituali.
Chi ne ha diritto?
Per ottenere l’indennità la persona deve:
- essere riconosciuta come invalida civile permanente al 100% dalla commissione medica dell’ASL competente;
- essere incapace di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore, o l’incapacità di compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita;
- risiedere stabilmente in Italia;
- se straniera residente in Italia, possedere il regolare permesso di soggiorno.
I cittadini pur in possesso dei requisiti, non potranno accedere al beneficio se sono ricoverati in strutture sanitarie a carico dello Stato o di altro ente pubblico o se sono ricoverati in reparti di lungodegenza o riabilitativi.
Se la commissione medica lo ritiene necessario, è possibile ottenere l’indennità di accompagnamento per maculopatia degenerativa, indennità di accompagnamento malati oncologici e l’indennità di accompagnamento per altre patologie specifiche.
Obblighi dell’accompagnatore
Nel caso in cui il titolare dell’assegno di accompagnamento scelga di avere un accompagnatore, l’accompagnatore avrà l’obbligo di assistere l’invalido durante la sua quotidianità e accompagnarlo alle visite mediche.
Chi svolge il ruolo di accompagnatore deve impegnarsi a svolgere i suoi compiti mantenendo un comportamento etico e a tutelare in ogni occasione l’incolumità dell’assistito, non dovrà quindi mai trovarsi in condizioni psicofisiche tali da mettere a rischio la propria salute o quella dell’invalido.
Quando, dove e come fare domanda per l’indennità di accompagno
Per presentare la domanda, prima di tutto, il cittadino deve recarsi dal proprio medico di famiglia: durante la visita il medico si occuperà di inviare un certificato medico alla ASL, il primo documento ufficiale per dare inizio alla procedura di richiesta.
Una volta ottenuto il certificato medico telematico, è possibile procedere con la domanda online sul portale dell’INPS, per inoltrare la domanda è sufficiente accedere al portale inps tramite SPID, CIE o CNS.
Nel caso in cui per il cittadino risulti troppo difficile portare a termine la procedura può possibile rivolgersi a un patronato che potrà inoltrare la domanda.
Una volta ricevuta la domanda, l’INPS provvede a convocare il richiedente per una visita medica presso la commissione medica dell’ASL. Questa visita è fondamentale per confermare lo stato di invalidità e l’effettiva necessità di accompagnamento.
Se la commissione sanitaria riconosce l’invalidità totale e la necessità di accompagnamento, l’INPS emetterà un verbale medico.
Da quel momento, l’INPS inizierà l’erogazione del beneficio, che sarà retroattivo alla data di presentazione della domanda o a quella indicata nel verbale.
A quanto ammonta l’indennità di accompagnamento?
L’importo indennità di accompagnamento 2024 è stato fissato a 531,76 euro al mese.
La rivalutazione indennità di accompagnamento avviene annualmente in base all’aumento o all’abbassamento del costo della vita.
Durata dell’assegno di accompagnamento
L’indennità di accompagnamento non ha scadenza, a patto che il cittadino continui ad avere i requisiti necessari per ottenere il beneficio.
Quando si riceve l’accompagnamento è come viene erogata?
La pensione viene erogata in modo automatico a partire dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda.
Nel caso non avvenisse potrebbe essere necessario presentare all’INPS il modello AP70 (Dati socio-economici necessari per la concessione e l’erogazione delle prestazioni d’invalidità civile).
Una volta ricevuto il documento l’INPS si occuperà di erogare anche con gli arretrati, entro 90 giorni massimo, dall’invio del modello citato.
Cosa fare se la domanda viene respinta
Nel caso in cui la domanda per l’Indennità di Accompagnamento venga respinta, il richiedente ha il diritto di presentare ricorso alla magistratura entro e non oltre sei mesi dalla data in cui la ASL ha comunicato non concessione dell’indennità di accompagnamento.
Quando si perde l’indennità di accompagnamento
Ogni anno, i beneficiari devono presentare una dichiarazione di responsabilità all’INPS.
Questo documento è una sorta di autocertificazione che attesta la permanenza delle condizioni di salute e l’assenza di ricoveri gratuiti prolungati.
La mancata presentazione di questa dichiarazione può comportare la sospensione del beneficio.
L’indennità può essere inoltre sospesa nel caso di ricovero, a totale carico dello Stato, per un periodo superiore a 29 giorni.
Compatibilità con altri benefici
La pensione di accompagnamento non è compatibile con:
- la pensione di invalidità per causa di guerra;
- le pensioni di invalidità riconosciute per lavoro o per servizio.
Tuttavia l’agevolazione è cumulabile con:
- la pensione di invalidità civile (fino a 67 anni di età);
- la pensione di inabilità civile;
- la pensione di vecchiaia
- la pensione anticipata
- l’assegno di inclusione.
Assegno di accompagnamento: oltre 500 euro mensili alle persone che necessitano assistenza
L’indennità di accompagnamento è una prestazione economica che ha come obiettivo quello di supportare le persone con disabilità gravi che necessitano di assistenza continua.
L’assegno di accompagnamento mensile erogato dall’INPS è riservato a chi è riconosciuto invalido civile al 100% o a chi non riesce a compiere i normali gesti quotidiani senza assistenza.
Nonostante sia compatibile con alcune altre forme di pensione, come la pensione di vecchiaia o di inabilità civile, non può essere cumulata con pensioni legate a invalidità per cause di guerra, lavoro o servizio.
La sua erogazione è soggetta a requisiti specifici e periodiche verifiche delle condizioni del beneficiario.