Lo Stato italiano, consapevole delle difficoltà che devono affrontare le famiglie più fragili, ha istituito una serie di misure atte a sostenere e supportare le fasce più deboli della popolazione. L’ultima di queste iniziative statali è l’assegno di inclusione: uno strumento di supporto economico e sociale che mira a sostituire il vecchio reddito di cittadinanza e a favorire l’inserimento sociale delle persone più fragili.
In questo articolo potrai trovare tutte le informazioni che riguardano l’assegno di Inclusione (ADI): ti spiegheremo cos’è, quali sono i requisiti per ottenerlo, come fare domanda e quali sono le differenze con il reddito di cittadinanza e il reddito di inclusione.

Cos’è l’assegno di inclusione?
L’assegno di inclusione è una misura statale istituita per contrastare la povertà e favorire l’inclusione sociale delle persone più fragili.
Per questo motivo l’assegno di inclusione dà la possibilità alle persone che ne hanno diritto sia di ricevere un contributo economico, sia di affrontare un percorso formativo che favorisce l’ingresso nel mondo del lavoro e nella società.
- una integrazione al reddito di base con un importo che varia tra i 500 e i 6000 euro annuali (quota A);
- un contributo, atto a sostenere le spese di affitto dal valore massimo di 3.640 euro annuali (quota B).
Entrambi i contributi verranno caricati su una carta elettronica denominata “carta di inclusione” che offre ai cittadini la possibilità di fare prelievi e di inviare un bonifico bancario per il pagamento dell’affitto.
Qual è la differenza tra l’assegno di inclusione, il reddito di cittadinanza e il reddito di inclusione?
Il vecchio reddito di cittadinanza e il nuovo assegno di inclusione differiscono per quanto riguarda i requisiti di accesso, l’importo e la durata del beneficio.
Il reddito di cittadinanza infatti poteva essere richiesto da un maggior numero di cittadini, aveva un importo più alto e veniva rinnovato per 18 mesi consecutivi, mentre l’assegno di inclusione ha requisiti più stringenti, un valore inferiore e può essere rinnovato per 12 mesi consecutivi.
Il reddito di inclusione (REI), invece, è stata una misura di contrasto alla povertà che assomigliava molto all’assegno di inclusione in materia di benefici erogati, tuttavia il reddito di inclusione è stato cancellato nel 2019 e sostituito dal reddito di cittadinanza.
Chi ha diritto all’assegno di inclusione?
Possono ottenere l’assegno di inclusione i nuclei familiari che al loro interno includono:
- una persona disabile;
- un minorenne;
- una persona over 60 anni;
- persone che vivono una condizione di svantaggio e sono inserite all’interno dei programmi di cura e di assistenza dei servizi socio sanitari.
- soffrono di disturbi mentali;
- hanno una dipendenza patologica;
- hanno una disabilità certificata di almeno il 46%;
- sono vittime di tratta;
- sono vittime di violenza di genere;
- hanno scontato una detenzione e non posseggono una fissa dimora;
- hanno appena compiuto 18 anni e a causa di un provvedimento delle autorità vivono lontani dalla loro famiglia originaria.
Quali sono i requisiti per ottenere l’assegno di inclusione?
Per ottenere l’Assegno di Inclusione (ADI) è necessario rispettare una serie di requisiti personali, economici e patrimoniali. Vediamo nel dettaglio quali sono le condizioni da rispettare per accedere al beneficio.
- avere la cittadinanza italiana, essere cittadini comunitari, oppure avere un permesso di soggiorno in corso di validità;
- non essere sottoposti a misure cautelari personali;
- non essere sottoposti a misure di prevenzioni;
- non aver ricevuto sentenze di condanna durante i 10 anni che precedono l’invio della domanda;
- essere residenti in Italia per almeno 5 anni.
Il nucleo familiare dovrà avere:
- un ISEE uguale o inferiore ai 10.140 euro;
- un reddito familiare inferiore ai 6500 euro annui, se composto da un solo componente;
- un reddito familiare di un valore pari o inferiore al prodotto tra la soglia base (6500 euro) e il paramento corrispondente della scala di equivalenza che è possibile analizzare nel dettaglio al seguente link.
Le famiglie composte da soli membri di età uguale o superiore ai 67 anni, o con persone disabili possono beneficiare di un incremento del valore della soglia base che raggiunge i 8.190 euro.
Ai nuclei familiari in possesso di case, immobili e veicoli è richiesto che:
- l’immobile adibito a prima casa non abbia un valore superiore ai 150mila euro ai fini IMU;
- altri immobili non abbiano un valore superiore ai 30mila euro ai fini ISEE;
- patrimonio mobiliare non superiore a:
- 6.000 euro (nucleo con 1 componente);
- 8.000 euro (nucleo con 2 componenti);
- 10.000 euro (3 o più componenti), con 1.000 euro in più per ogni figlio dal terzo;
- Incrementi: 5.000 euro in più per ogni componente con disabilità e 7.500 euro in più per ogni componente con disabilità grave o non autosufficienza;
- la macchina non superi la potenza di 1600 cavalli;
- la moto non abbia una potenza superiore ai 250 cavalli;
- essere proprietari di imbarcazioni.
Per ottenere l’assegno all’interno del nucleo, inoltre, non dovranno essere presenti componenti che abbiano presentato le dimissioni di lavoro.
Obblighi per il nucleo familiare beneficiario dell’ADI
Ecco gli obblighi da rispettare se si beneficia dell’assegno:
- i maggiorenni disoccupati e non impegnati in percorsi di studio devono partecipare a programmi di inserimento lavorativo;
- chi ha tra i 18 e i 29 anni e non ha concluso la scuola dell’obbligo è tenuto a completare gli studi;
- è obbligatorio accettare la prima offerta di lavoro congrua, pena la perdita del beneficio. Un’offerta è considerata congrua se:
- è a tempo indeterminato (ovunque in Italia);
- è a tempo determinato, entro 80 km dalla residenza;
- se luogo di lavoro è entro 80 km o raggiungibile in massimo 120 minuti con i mezzi pubblici, con figli sotto i 14 anni;
- hanno più di 60 anni;
- sono disabili;
- hanno patologie oncologiche;
- hanno figli sotto i tre anni.
Attenzione: i familiari sopracitati seppur esonerati dagli obblighi legati al lavoro, sono tenuti a recarsi ai servizi sociali ogni 90 giorni per monitorare la situazione e mantenere il diritto al beneficio.
Attività lavorativa e ADI
Nel caso in cui il beneficiario dell’ADI dovesse iniziare una attività lavorativa, allora l’importo dell’assegno sarà cumulabile con gli altri redditi sino al raggiungimento della soglia dei 3000 euro lordi annui senza alcuna variazione sul suo valore.
Nel caso in cui, invece, l’attività lavorativa concorra al superamento della soglia, allora ci sarà una rimodulazione dell’importo dell’assegno di inclusione.
Se i beneficiari, invece, non comunicano all’INPS l’inizio della nuova attività lavorativa entro 3 mesi dal suo inizio, non avranno più diritto a ricevere l’assegno.
Quando e come presentare domanda
La domanda per richiedere l’assegno di inclusione può essere presentata tramite 3 procedure.
- Per via telematica: accedendo al sito dell’INPS tramite SPID, CIE o CNS e accedendo al servizio dedicato;
- Richiedendo il supporto degli enti di patronato.
- Presso i Centri di Assistenza Fiscale.
Una volta presentata la domanda, i richiedenti dovranno:
- registrarsi sulla piattaforma di attivazione per l’inclusione sociale e lavorativa del Sistema Informativo di inclusione sociale e lavorativo (SIISL);
- firmare il patto di attivazione digitale del nucleo familiare (PAD);
- presentarsi, assieme al nucleo familiare, entro 120 giorni dalla sottoscrizione del PAD presso i servizi sociali.
Contattare l’INPS per ricevere assistenza sull’assegno di inclusione
Per ulteriori informazioni e per ottenere assistenza è possibile contattare l’INPS:
- accedendo al sito Urp online, in cui è possibile trovare le risposte alle domande più frequenti, aprire un ticket di assistenza e comunicare con un chatbot;
- tramite uno dei canali presenti dettagliatamente nel nostro articolo “Come contattare l’INPS“.
Quando verranno erogati gli assegni di inclusione nel 2025?
Il calendario pubblicato dall’INPS per il 2025 prevede due modalità di erogazione distinte dell’Assegno di Inclusione:
- calendario dei pagamenti iniziali (primo accredito) e di eventuali mensilità arretrate per chi riceve l’Assegno di Inclusione per la prima volta, a condizione che abbia firmato il Patto di Attivazione Digitale (PAD) e ritirato la Carta di Inclusione;
- calendario dei pagamenti di rinnovo mensili successivi.
👉Assegno di Inclusione (ADI): da luglio partono i rinnovi per chi ha terminato le 18 mensilità
Come previsto dal decreto, a partire da luglio sarà possibile presentare una nuova domanda per il rinnovo dell’ADI, con durata massima di 12 mesi. L’INPS avviserà i beneficiari tramite SMS, indicando che possono inoltrare una nuova richiesta.
Per i nuclei familiari rimasti invariati o che hanno registrato solo nascite o decessi non sarà necessario iscriversi di nuovo al SIISL né sottoscrivere un nuovo Patto di Attivazione (PAD). In caso di modifiche nella composizione del nucleo, invece, andrà ripetuta l’intera procedura, inclusa l’iscrizione al SIISL e la firma del nuovo PAD.
Tuttavia, persiste un obbligo importante per tutti i beneficiari: bisogna presentarsi ai servizi sociali entro 120 giorni dal rinnovo, anche i nuclei che in precedenza non erano obbligati a presentarsi ogni 90 giorni. Nello specifico:
- per chi firma il PAD: il primo incontro con i servizi sociali deve avvenire entro 120 giorni dalla firma del PAD;
- per chi non firma il PA: il termine di 120 giorni decorre dalla data di presentazione della domanda di rinnovo.
Date di pagamento assegno di inclusione per l’anno 2025
Nelle seguenti immagini in dettaglio le date di pagamento previste dall’INPS per l’anno 2025.
Assegno di inclusione: le pene e le sanzioni per i furbetti
Chi per ottenere l’assegno di inclusione omette informazioni rilevanti rischia da due a sei anni di reclusione.
Coloro che, invece, omettono di comunicare le variazioni di carcere rischiano da uno a 3 anni di reclusione.
Inoltre, non appena un beneficiario viene condannato per i reati appena menzionati o per un delitto non colposo, il nucleo familiare perde immediatamente l’accesso al beneficio e ha l’obbligo di restituire tutti gli assegni di cui ha indebitamente beneficiato.
Sgravi fiscali per chi assume dipendenti beneficiari dell’ADI
I datori di lavoro che assumono cittadini disoccupati che beneficiano dell’ADI hanno la possibilità di ottenere gravi contributivi. In particolare:
- coloro che assumono i beneficiari dell’ADI un contratto a tempo indeterminato sono esonerati dal pagamento dei contributi obbligatori per un anno, sino a un limite di 8000 euro;
- coloro che assumono i beneficiari dell’ADI con un contratto stagionale o a termine possono beneficiare, per 12 mesi, della riduzione del 50% dei contributi obbligatori.
Inoltre è previsto un aumento delle detrazioni pari al:
- 30%, se i datori di lavoro si affidano all’intermediazione di un’agenzia del lavoro;
- 60% se i datori di lavoro si affidano all’intermediazione di enti autorizzati e enti del terzo settore per l’assunzione di persone disabili.
Ricordiamo che l’assegno di inclusione può essere combinato sia con l’assegno unico che con la Naspi.
Le famiglie a basso reddito possono beneficiare di ulteriori agevolazioni come il bonus bollette.
Per scoprire quali sono tutte le misure statali istituite per supportare le famiglie con difficoltà economiche puoi leggere i nostri articoli di approfondimento, come ISEE sotto i 15.000 euro: tutti i bonus statali.
Se invece sei un cittadino disoccupato, puoi trovare nuove opportunità di lavoro accedendo alla Rete Eures o informandoti sulle iniziative attuate dal governo per i giovani NEET disoccupati.
Il reddito di cittadinanza 2.0
L’assegno di inclusione è la misura statale che sostituisce il vecchio Reddito di cittadinanza. L’ADI è una misura di sostegno economico per famiglie con redditi bassi o in condizioni di fragilità, attiva dal 2024. È erogato mensilmente e il suo importo varia in base al reddito familiare, alla composizione del nucleo, al patrimonio e alla presenza di disabili. Inoltre, prevede maggiorazioni per chi vive in affitto. La misura può raggiungere il valore massimo di 9640 euro ed è composta da una integrazione al reddito di base e da un contributo utilizzabile per il pagamento dell’affitto mensile. Possono accedere al beneficio solo i nuclei familiari composti da persone disoccupate, disabili, minori, anziani oltre i 60 anni.
FAQ
Cosa sono i carichi di cura dell’assegno di inclusione?
I carichi di cura sono importi aggiuntivi riconosciuti ai nuclei familiari che necessitano di particolare supporto, come famiglie con minori sotto i 3 anni, con tre o più figli minori di 18 anni, o persone con disabilità o non autosufficienti. Dal 2025, l’INPS li accredita d’ufficio e in un’unica soluzione, non serve più richiederli separatamente.
Cosa si può comprare con la carta di inclusione dell’ADI?
Con i soldi ricevuti dell’ADI si possono coprire spese essenziali come alimentari, farmaci, bollette, affitto e servizi personali (es. parrucchiere, dentista, assicurazione auto). Sono esclusi invece acquisti voluttuari come sigarette, alcolici, giochi d’azzardo e acquisti online o all’estero.
Mese di stop e contributo straordinario ADI: cosa sappiamo ad oggi?
Tra la scadenza e il rinnovo è previsto un mese di stop dei pagamenti dell’ADI. Per tutte le famiglie che subiranno questa stretta, il governo prevede un bonus una tantum di circa 500 euro. Dettagli e modalità di erogazione non sono ancora ufficiali, continua a seguirci per restare aggiornato.
Quando vengono effettuati i pagamenti dell’assegno di inclusione?
I pagamenti dell’assegno di inclusione iniziano a gennaio e seguono un calendario specifico basato sulla data di presentazione della domanda. Ad esempio, chi ha fatto richiesta entro il 7 gennaio riceverà i pagamenti a partire dal 27 gennaio. Ti consigliamo di monitorare il sito ufficiale dell’INPS in quanto l’ente pubblica periodicamente il calendario pagamenti.