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Trattamento di fine rapporto (TFR): ottieni la buonuscita

Da Eleonora Orrù
Pubblicato il 25 Dicembre 2024
Tempo di lettura stimato: 7 minuti

Il termine di un rapporto di lavoro è sempre un momento delicato e ricco di incertezza; riuscire ad avere una maggiore sicurezza economica in questi casi può aiutare a vivere con più serenità e ad affrontare il futuro senza troppe preoccupazioni. 

Il trattamento di fine rapporto (TFR), conosciuto anche come buonuscita, è stato ideato proprio per questo scopo: funziona come una sorta di “cuscinetto economico” che si accumula nel tempo e che puoi riscattare al termine di un rapporto lavorativo. 

Per aiutarti a capire cos’è esattamente il TFR e quali sono i suoi vantaggi per il lavoratore, nei prossimi articoli ti spiegheremo il funzionamento del TFR fornendoti dettagli sul suo valore e la sua tassazione.

Il trattamento di fine rapporto: ottieni la somma di denaro accumulata durante gli anni di lavoro
Il trattamento di fine rapporto: ottieni la somma di denaro accumulata durante gli anni di lavoro.

Cos’è il trattamento di fine rapporto (TFR) 

Il trattamento di fine rapporto (TFR), conosciuto comunemente come liquidazione o buonuscita, è una somma di denaro che il datore di lavoro deve al dipendente al termine del rapporto di lavoro.

Questo importo si accumula progressivamente durante il periodo di lavoro e ha lo scopo di fornire una sicurezza economica al lavoratore una volta lasciato il posto, a prescindere dalla Naspi.

Il diritto al TFR è indipendente dalla causa che ha determinato la conclusione del rapporto lavorativo, per cui viene concesso sia nel caso in cui vengano presentate delle dimissioni, sia in caso di licenziamento.

Chi può ottenerlo?

Hanno diritto al TFR tutti i lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che privato, che hanno un contratto di lavoro subordinato, con la solita differenza che quando si riferisce ai lavoratori pubblici per indicarlo si usa il termine Trattamento di fine servizio (TFS).

Non hanno quindi diritto al TFR i lavoratori autonomi e i lavoratori parasubordinati con un contratto co.co.co.

Come viene calcolato il valore del TFR?

Il calcolo del TFR si basa su una formula semplice: la retribuzione annua lorda viene divisa per 13,5. Al risultato ottenuto vengono sottratte eventuali trattenute di legge, e l’importo finale viene rivalutato attraverso un coefficiente che tiene conto dell’inflazione e dell’aumento del costo della vita, come previsto dalla normativa.

Ci teniamo inoltre a sottolineare che le ferie non godute sono considerate come un risarcimento e non come retribuzione e pertanto l’importo non viene considerato per il calcolo del TFR.

Calcolare il TFR

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La rivalutazione del TFR

Ogni anno, il TFR maturato è soggetto a una rivalutazione, calcolata sommando un tasso fisso dell’1,5% al 75% dell’incremento dell’indice dei prezzi al consumo Istat stabiliti  rispetto al mese di dicembre dell’anno precedente.

Questa rivalutazione è fondamentale per preservare il valore reale del TFR nel tempo, proteggendolo dalla perdita di potere d’acquisto causata dall’inflazione.

Secondo quanto stabilito dall’Istat, le quote di TFR, accantonate al 31 dicembre 2023, vanno rivalutate dello 1,818860 %.

Quando e come richiedere il pagamento del TFR?

Il TFR è generalmente liquidato alla cessazione del rapporto di lavoro e viene erogato d’ufficio: questo significa che il lavoratore non deve presentare alcuna domanda, ma sarà il datore di lavoro a dover compilare il modello TFR1.

Tuttavia, in alcune situazioni specifiche, è possibile richiedere un anticipo del TFR, che può essere utilizzato, ad esempio, per affrontare spese mediche o per l’acquisto della prima casa. 

L’anticipo, comunque, può essere richiesto solo dai dipendenti con almeno otto anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro e generalmente non può superare il 70% del totale maturato.

Modalità di pagamento: somma unica o rateazione

Il pagamento avviene in base all’ammontare complessivo lordo del TFR.

Importo lordo totale del TFRNumero di rateImporto delle rateScadenza delle rate
Minore o uguale a 50.000 euro1 rataTotale importo lordo
Compreso tra i 50.000 euro e i 100.000 euro2 ratePrima rata: 50.000 euroSeconda rata: residuoSeconda rata: 12 mesi dopo la prima
Maggiore o uguale di 100.000 euro3 ratePrima rata: 50.000 euroSeconda rata: 50.000 euroTerza rata: residuoSeconda rata: 12 mesi dopo la primaTerza rata: 24 mesi dopo la prima

Scelta del trattamento del fine rapporto: trasferimento del TFR a un fondo pensione o altri strumenti finanziari

Il trasferimento del TFR a un fondo pensione o altri strumenti finanziari è possibile solo se avviene un accordo tra il lavoratore e il datore di lavoro, ma solo se lavori in un’azienda con meno di 50 dipendenti.

Se lavori in un’azienda con oltre 50 dipendenti, allora il TFR viene accumulato nel fondo tesoreria dell’inps e quindi non può più essere spostato.

Ma perchè spostare il TFR in un fondo pensione? Semplice per ottenere dei vantaggi fiscali: la tassazione infatti è diversa.

Tassazione applicata al TFR 

Quando un dipendente decide di lasciare il trattamento di fine rapporto (TFR) presso l’azienda, viene applicata una tassazione minima del 23%.

Al contrario, se il dipendente opta per destinare il TFR a un fondo pensionistico complementare, può beneficiare di un regime fiscale più vantaggioso, con una tassazione minima del 9% e massima del 15%.

TFR, cambio lavoro e licenziamento: cosa succede?

In caso di cessazione del rapporto lavorativo, ci sono due differenti strade che si possono verificare, a seconda che il lavoratore abbia deciso di tenere il TFR in azienda o di accantonalo in un fondo pensione.

Nel primo caso il TFR viene liquidato al termine del rapporto di lavoro, nel secondo caso il lavoratore può scegliere se riscattare il TFR o continuare ad accumularlo nel fondo pensione.

In caso di cambio lavoro, infatti, il lavoratore sarà tenuto a dichiarare le proprie preferenze in relazione all’accumulo del TFR e potrà scegliere se lasciarlo in azienda o se continuare  a tenerlo nel fondo pensione.

Cosa succede quando non viene pagato il TFR?

Ci sono diversi casi in cui il TFR non viene pagato:

  • in caso in cui l’azienda sia in crisi economica o in liquidazione giudiziale;
  • nel caso di negligenza da parte del datore di lavoro o crisi di liquidità;
  • in caso di controversie relative al rapporto di lavoro.

Nel primo caso è possibile contattare il fondo di garanzia dell’inps il quale si occuperà di erogare il tfr non pagato e gli ultimi tre mesi di retribuzione.

Nel secondo caso è possibile cercare di mediare col datore di lavoro trovando un punto di incontro nella dilazione dell’importo dovuto, se la procedura diplomatica non dovesse andare a buon fine allora sarà necessario contattare un avvocato.

Nel terzo caso non sarà possibile procedere per una via diplomatica, ma sarà necessario contattare un avvocato e procedere con vie legali.

Agevolazioni e opportunità utili per disoccupati

Hai appena concluso un rapporto di lavoro? Ecco alcune iniziative statali a tutela dei disoccupati e alle famiglie in difficoltà.

La liquidazione dopo il licenziamento: il denaro extra per affrontare il momento difficile

Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è uno strumento fondamentale per garantire al lavoratore una base economica su cui contare alla fine del rapporto di lavoro. 

La liquidazione viene calcolata sulla base della retribuzione annua e rivalutata annualmente per mantenere il suo valore reale e far fronte al caro vita.

Al termine del rapporto di lavoro, indipendentemente dalla causa che ne ha determinato la conclusione,  il TFR viene liquidato automaticamente in un’unica soluzione o in più rate a seconda dell’importo.

Durante il rapporto di lavoro è possibile richiedere un anticipo per esigenze specifiche come spese mediche o acquisto della prima casa.

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Eleonora Orrù

Laureata in Lettere e in Editoria e giornalismo, ho fatto della mia passione per la scrittura il mio mestiere. Da anni sono parte del team di procedureamministrative.it perché credo nell'importanza di riuscire a comunicare in modo semplice e diretto anche le informazioni più complesse in modo che siano accessibili a tutti.

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