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Contributo affitto: cos’è e a cosa serve

Da Eleonora Orrù
Aggiornato il 17 Settembre 2024
Tempo di lettura stimato: 7 minuti

Per molte famiglie a basso reddito, far fronte alle spese per l’affitto risulta molto difficile; per questo motivo, lo Stato ha ideato alcune agevolazioni per aiutare queste famiglie a sostenere le spese previste dal canone di locazione, tra questi supporti c’è anche il contributo affitto. Il contributo affitto è dedicato ai morosi inconsapevoli: ossia a quelle famiglie che sono impossibilitate a pagare l’affitto perché vivono situazioni di eccezionale gravità.


In questo articolo analizzeremo nel dettaglio chi sono i morosi inconsapevoli, quali sono tutte le caratteristiche del contributo affitto, quali sono nel dettaglio tutti i requisiti per richiederlo e chi può fare domanda. Se pensi di poter avere accesso a questo tipo di agevolazione economica, ti consigliamo di continuare la lettura.

Come funziona il contributo affitto

Contributo affitto: cos’è?

Il contributo affitto è una misura economica introdotta dallo stato per supportare gli “inquilini vittime di morosità incolpevole” a pagare il canone di locazione.

Questa forma di agevolazione viene erogata sotto forma di un rimborso economico il cui valore viene calcolato facendo differenza tra il costo dell’affitto previsto dal canone di locazione del coinquilino, e il costo di un affitto di un alloggio popolare.

Il contributo affitto, può essere erogato grazie al “Fondo nazionale sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione” istituito in seguito al Decreto anti-sfratti.

Contributo affitto e bonus affitto: ecco perché non sono la stessa cosa

Nonostante abbiano lo stesso scopo, ovvero quello di aiutare economicamente coloro che non riescono a pagare l’affitto, il contributo affitto e il bonus affitto sono due agevolazioni diverse

Innanzitutto questi due sostegni sono indirizzati a categorie differenti di persone: il bonus affitto è dedicato solo a coloro che hanno un reddito basso, mentre il contributo affitto è pensato per le persone vittime di morosità incolpevole e che quindi, oltre ad avere un reddito basso, vivono delle situazioni di eccezionale gravità.

Il contributo affitto, inoltre, viene elargito grazie all’istituzione del Fondo nazionale di sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione, per cui non accede ai fondi erogati per il bonus affitti. Questa è l’ulteriore dimostrazione che, nonostante spesso si tenda a fare confusione, queste sono due agevolazioni completamente distinte.

Contributo affitto, reddito di cittadinanza e altri sussidi possono convivere?

Il contributo affitto non può coesistere con il reddito di cittadinanza, in quanto il valore di questo sussidio comprende anche un sostegno economico per pagare le spese previste dai canoni di locazione.

Tuttavia, i cittadini possono accedere ad altre forme di aiuti statali come la Carta Famiglia, il bonus bollette e il bonus asilo nido.

Per sapere nel dettaglio quali sono i supporti che possono coesistere con il contributo affitto ti consigliamo di rivolgerti al tuo comune di residenza in quanto i termini potrebbero variare a seconda del comune.

Chi ha diritto al contributo affitto

I destinatari del bonus affitto sono le persone che il decreto anti sfratti definisce come inquilini vittime di morosità incolpevole.

Ma cosa si intende con questa definizione?

Secondo la legge i morosi inconsapevoli sono coloro che a seguito di una situazione di difficoltà hanno subito la perdita o una minorazione consistente del reddito e, per questo motivo, non sono più in grado di pagare l’affitto.

Il contributo per i morosi inconsapevoli può raggiungere il valore massimo di 8000 euro. 

Tutte le cause che determinano il riconoscimento della morosità inconsapevole

Il primo requisito per accedere al contributo affitto è quello di essere riconosciuti come cittadini vittime di morosità inconsapevole. Per conseguire questo status è necessario vivere alcune situazioni che determinano necessariamente la diminuzione del reddito familiare o, addirittura, la sua perdita.

Possono essere considerarti vittima di morosità inconsapevole i cittadini che:

  • hanno subito la riduzione dell’orario lavorativo
  • sono stati licenziati
  • non hanno ricevuto il rinnovo del contratto di lavoro a tempo determinato non rinnovato
  • sono stati messi in cassa integrazione.

Tutte queste circostanze, infatti, possono essere considerate la causa che determina la diminuzione del reddito e l’impossibilità di pagare l’affitto.

Tutti i requisiti per ottenere il contributo

Per ottenere il contributo non è sufficiente rientrare nella categoria di “inquilini vittime di morosità incolpevole”, ma è necessario essere in possesso di altri requisiti.

Il cittadino che desidera fare domanda dovrà:

  • Avere un ISEE inferiore ai 26.000 euro all’anno
  • Non essere in possesso di un altro immobile nella stessa area di residenza
  • Essere in possesso dell’atto di convalida di sfratto per morosità;
  • avere un contratto di affitto regolarmente registrato all’Agenzia delle Entrate
  • essere residenti da almeno un anno nella casa in cui è stato notificato lo sfratto
  • essere cittadino europeo o essere un cittadino extracomunitario in possesso di regolare permesso di soggiorno;
  • non abitare in un immobile di lusso.

Inoltre, le famiglie con minori, gli over 70, le persone che hanno una invalidità superiore al 74%, e le persone con un famigliare preso in carico dai servizi sociali o dall’ASL di riferimento, sono considerate più bisognose, per cui godono di una corsia preferenziale durante la stesura delle graduatorie.

Hanno priorità anche le famiglie che, sottoposte a sfratto esecutivo, sono riuscite a firmare un nuovo contratto di affitto con canone agevolato.

Come richiedere il contributo affitto

Per richiedere il bonus per inquilini morosi incolpevoli, è necessario presentare la domanda presso l’ufficio Comune di residenza

Questo ente procederà alla valutazione dei requisiti richiesti per accedere al contributo affitto 2023, verificando inoltre la disponibilità di eventuali risorse e l’eventuale apertura di bandi per questa agevolazione. 

Una volta accertate le condizioni necessarie, il Comune trasmetterà al Ministero competente la richiesta di rimborso dell’affitto.

Documenti necessari

Al momento della presentazione della domanda presso il comune di residenza, il cittadino dovrà avere con se:

  • L’Isee (la scadenza deve essere successiva a quella del bando)
  • La copia del documento che attesta la registrazione del contratto di locazione
  • La copia del contratto di locazione
  • la carta di identità in regolare corso di validità.

Essendo che il bando viene gestito dai comuni in autonomia, a seconda del comune potrebbero essere necessari altri documenti per presentare la domanda.

A chi rivolgersi per ulteriori chiarimenti

Il bando per la concessione dei contributi è gestito dai singoli comuni in autonomia.

Pertanto, per conoscere la data di pubblicazione del bando nella tua  zona di residenza, ti suggeriamo di contattare direttamente il comune.

Ricorda che i termini per la presentazione delle domande possono variare da Comune a Comune, quindi è importante informarsi tempestivamente per non perdere l’opportunità di accedere al contributo.

L’aiuto per i morosi inconsapevoli

Il Contributo affitto  è un’agevolazione che viene fornita alle famiglie che, a causa di eventi imprevisti e non prevedibili, si trovano nell’impossibilità di pagare l’affitto della loro abitazione. 

Il contributo consiste in un aiuto economico che copre parte o la totalità del canone di locazione arretrato e viene erogato dallo Stato attraverso un fondo apposito.

l contributo è destinato ai morosi incolpevoli, ovvero coloro che, pur avendo mantenuto una condotta corretta in precedenza, si trovano improvvisamente in difficoltà nel pagare il canone di locazione.

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