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Tetto al contante: cos’è a quanto è fissato e quali sono le sanzioni

Da Eleonora Orrù
Aggiornato il 17 Settembre 2024
Tempo di lettura stimato: 5 minuti

Quest’anno, attraverso una nuova manovra finanziaria, lo Stato italiano ha proclamato un nuovo tetto al contante innalzando il vecchio limite che era fissato a duemila euro. In questo modo, il governo, secondo le dichiarazioni dei ministri, vorrebbe limitare le disuguaglianze sociali dal momento che, sempre secondo Giorgia Meloni, il premier italiano, la moneta elettronica penalizzerebbe i ceti più indigenti.

In questo articolo approfondiremo il tema del tetto al contante spiegando nel dettaglio di cosa si tratta, a cosa serve, e quali sono le sanzioni che vengono applicate nel caso in cui si superi il valore del tetto al contante attraverso un pagamento.

Il governo italiano ha stabilito un nuovo tetto al contante sotto i 5000 euro

Tetto al contante: cos’è e a cosa serve

Il tetto al contante rappresenta una soglia di denaro entro la quale devono avvenire i pagamenti in contanti, in pratica, una volta stabilito il tetto al contante, non è possibile effettuare pagamenti in contante che superino il valore del limite stabilito dalla legge.

Ma perché è necessario istituire questo limite fiscale? 

Il tetto al contante è una iniziativa di natura fiscale che permette di limitare i pagamenti in denaro contante, e di conseguenza, favorire i pagamenti attraverso le carte di credito, i bancomat e altri strumenti di pagamento elettronico.

Dal momento che i pagamenti elettronici sono tutti tracciabili, il tetto al contante si configura come uno strumento per limitare l’evasione fiscale.

A quanto ammonta e a quali transazioni si applica

Il tetto al contante, a partire dal 1 gennaio 2023 è fissato a 5 mila euro: questo significa che non è possibile effettuare dei pagamenti in contanti che superano i 4.999,99 euro.

La soglia si applica a tutti i trasferimenti di denaro, e quindi ai pagamenti che vengono effettuati tra soggetti diversi, ossia tra entità giuridiche distinte.

Per cui il tetto al contante si applica sia ai movimenti di denaro che vengono effettuati tra persone singole, sia ai movimenti di denaro che avvengono tra società, e riguarda:

  • l’acquisto e la vendita di beni;
  • l’acquisto e la vendita di servizi;
  • gli acquisti per il conferimento di capitale;
  • il pagamento di dividendi;
  • il trasferimento di denaro contante in qualsiasi valuta;
  • il trasferimento di titoli al portatore in qualsiasi valuta.

Il tetto al contante, pertanto, è esteso anche per il pagamento di servizi professionali, come per esempio quelli notarili, richiesti per l’acquisto della prima casa.

Il limite al tetto contante non si applica invece ai versamenti e ai prelievi che avvengono presso il proprio istituto di credito, in quanto i prelievi in banca e alla posta non sono considerati una transazione tra privati.

Nonostante il tetto al contante sia fissato a 5000 euro, ci sono alcuni pagamenti che devono comunque essere effettuati in contante: il pagamento in contante infatti non permette di accedere a determinati bonus, come per esempio il bonus mobili o il bonus idrico, pertanto ti consigliamo di controllare bene, sul nostro sito, o sulle fonti ufficiali, come devono essere effettuati i pagamenti per poter usufruire degli aiuti statali.

Come fare se un pagamento è superiore al tetto al contante?

Se si desidera acquistare un bene o un servizio e il suo valore supera quello del tetto al contante si hanno davanti due alternative:

  • effettuare il pagamento attraverso un sistema di pagamento elettronico;
  • effettuare un pagamento per metà in denaro contante e per metà attraverso un sistema di pagamento elettronico.

Attenzione, non è possibile assolutamente dividere il pagamento in più pagamenti in contanti: in questo caso il pagamento verrebbe giudicato artificiosamente frazionato e pertanto soggetto a sanzioni.

Quando è accettato il frazionamento della somma in contanti

Il frazionamento del pagamento, non è soggetto a sanzioni in un unico caso, ossia quello in cui si effettua il pagamento a rate di una fattura intera il cui valore supera il valore del tetto al contante.

Attraverso la fatturazione elettronica, infatti, il movimento di denaro viene comunque comunicato all’agenzia delle entrate ed è quindi chiaro che la transazione in contanti non viene effettuata per evadere le disposizioni governative.

Sanzioni per chi supera il tetto al contante

Chiunque superi la soglia del tetto al contante rischia una sanzione pecuniaria che può arrivare sino a:

  • 1000 euro se il pagamento è avvenuto tra privati cittadini;
  • 3000 o addirittura 5000 euro se il pagamento è avvenuto verso o da un professionista.

Ricordiamo che sono sanzionabili entrambe le parti coinvolte nel pagamento.

Come funziona il tetto al contante per i cittadini esteri?

Le persone che arrivano dall’estero sono soggette al tetto al contante,  ma la soglia per le transazioni dei cittadini stranieri non è fissata a 5000 euro ma a 10000 euro.

In ogni caso, questi pagamenti devono seguire una procedura differente:

Al momento del pagamento, l’operatore turistico o il commerciante dovrà inoltre:

  • fotocopiare il passaporto del cittadino straniero;
  • ottenere una certificazione che attesta la cittadinanza del cittadino straniero.

Il giorno lavorativo successivo a quello in cui è avvenuto il pagamento in contanti, il commerciante o l’operatore turistico dovrà versare il denaro sul suo conto corrente e presentare allo sportello la copia del documento inviato precedentemente all’ agenzia delle entrate.

Per quanto riguarda invece i trasferimenti di contante dall’estero in Italia da parte di cittadini stranieri, la soglia è sempre fissata a 10000 euro.

Tetto al contante: tutte le novità sulla nuova soglia di pagamento in contanti

Con una nuova manovra fiscale, il governo italiano ha innalzato il tetto al contante da 2000 a 5000 euro. Questa iniziativa fiscale prevede che non siano più ammessi i pagamenti in contante che superano il valore di 4999,99 euro.

Chiunque trasgredisce questa regola sarà soggetto a sanzioni di tipo pecuniario.

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