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Taglio cuneo fiscale 2023: cos’è e quanto dura

Da Eleonora Orrù
Aggiornato il 17 Settembre 2024
Tempo di lettura stimato: 6 minuti

L’importo netto degli stipendi dei lavoratori dipendenti non corrisponde alla somma versata dal titolare: questa discrepanza è dovuta al cuneo fiscale. Per aumentare il potere d’acquisto delle persone che hanno i redditi più bassi e adeguare gli stipendi al costo della vita, lo Stato italiano attraverso la legge di Bilancio 2023, ha potenziato il taglio del cuneo fiscale con la speranza di garantire una migliore qualità di vita ai cittadini meno benestanti.
In questo articolo vedremo nel dettaglio cos’è il taglio del cuneo fiscale, chi è interessato da questo intervento e a quanto ammonta.

Taglio del cuneo fiscale: simulazioni ed esempi

Che cos’è il cuneo fiscale

Come abbiamo anticipato nell’introduzione di questo articolo, ogni lavoratore riceve uno stipendio che non equivale all’importo che il suo datore di lavoro ha versato: la discrepanza tra l’importo netto e lordo della retribuzione è chiamata cuneo fiscale.

Il cuneo fiscale, quindi, è costituito dalle cosiddette trattenute: imposte dirette e indirette e contributi che vengono trattenuti dall valore lordo dello stipendio.

Cosa si intende per taglio del cuneo fiscale?

Il taglio del cuneo fiscale è una manovra approvata dallo Stato italiano che prevede il taglio del cuneo fiscale, in particolare dei contributi IVS a carico del lavoratore.

Riducendo il valore dei contributi dovuti, quindi, il cittadino potrà ottenere uno stipendio più alto.

Chi ha diritto al taglio del cuneo fiscale

Possono beneficiare del taglio del cuneo fiscale tutti i lavoratori dipendenti che percepiscono uno stipendio a partire  dal 1 gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, compresi coloro che hanno sottoscritto un contratto di apprendistato.

Per ottenere il taglio del cuneo fiscale, i lavoratori dovranno percepire una retribuzione mensile e annuale che rientra nei limiti stabiliti dalla legge.

Sono esclusi dal taglio del cuneo fiscale tutti coloro che hanno instaurato un rapporto di lavoro domestico.

Le percentuali del taglio del cuneo fiscale 2023

Il taglio del cuneo fiscale 2023, approvato dalla legge di bilancio entrata in vigore il primo gennaio 2023, ha introdotto delle importanti novità.

I redditi dei lavoratori, grazie a uno stanziamento di oltre 4 miliardi di euro, potranno beneficiare del taglio delle trattenute in busta paga con una percentuale variabile in base al valore degli stipendi.

  • Fino a giugno 2023, i lavoratori con stipendi inferiori ai 25000 euro annuali (massimo 2692 euro mensili), potranno beneficiare del taglio del cuneo fiscale con una riduzione del 3% delle trattenute; la percentuale a partire dal 1 luglio e sino al 31 dicembre 2023 aumenterà al 7% grazie alle modifiche apportate dal decreto lavoro.
  • Fino a giugno 2023, i lavoratori con stipendi inferiori ai 35000 euro annuali (massimo 1.923 euro mensili) potranno beneficiare del taglio del cuneo fiscale con una riduzione del 2% delle trattenute; la percentuale a partire dal 1 luglio e sino al 31 dicembre 2023 aumenterà al 6% grazie alle modifiche apportate dal decreto lavoro.

Come funziona il taglio del cuneo fiscale in pratica

Per comprendere meglio il funzionamento del taglio del cuneo fiscale facciamo qualche simulazione pratica.

  • Se il lavoratore ha uno stipendio imponibile uguale o inferiore ai 1923 euro e ha una quota di contribuzione pari al 10% dello stipendio, allora a partire da gennaio 2023 a giugno 2023 la stessa sarà ridotta al 7%.
  • Se il lavoratore percepisce uno stipendio imponibile uguale o inferiore ai 2692 e ha una quota di contribuzione pari al 10%dello stipendio, allora a partire da gennaio 2023 a giugno 2023 la stessa sarà ridotta al 8%.

Nel caso in cui, il lavoratore che ha diritto alla riduzione del cuneo del 2%, dovesse superare il valore massimale della retribuzione imponibile (2692 euro) allora egli, per quel mese non avrà diritto al taglio delle trattenute.


Se invece, il lavoratore che beneficia del taglio del cuneo fiscale con una percentuale del 3% dovesse superare il valore massimale dello stipendio imponibile (1923 euro), potrà comunque beneficiare del taglio delle trattenute, ma la percentuale del taglio scenderà al 2%.

Come ottenere il taglio del cuneo fiscale

Per ottenere il taglio del cuneo fiscale, i lavoratori dipendenti non dovranno fare assolutamente nulla e potranno beneficiare del taglio delle trattenute direttamente in busta paga con l’aumento dello stipendio.

Sarà il datore di lavoro a dover comunicare, a partire dal flusso Uniemens di gennaio 2023, chi sono i lavoratori che hanno diritto al beneficiare del taglio del cuneo fiscale.

In che periodo si può usufruire degli sgravi fiscali

Secondo quanto previsto dalla legge di bilancio, si potrà usufruire del taglio del cuneo fiscale a partire dal 1° gennaio 2023 e, grazie al decreto lavoro, sino a dicembre 2023.

Pertanto, i lavoratori che hanno terminato un rapporto di lavoro durante il 2022 e riceveranno nel 2023 le ultime retribuzioni, non potranno beneficiare del taglio delle trattenute in busta paga.

Allo stesso modo, se un lavoratore subordinato, dovesse concludere un rapporto di lavoro entro il termine del 2023 e ricevesse gli ultimi stipendi nei primi mesi del 2024, sulla busta paga non verrà applicato il taglio del cuneo.

Secondo quanto stabilito dal decreto lavoro, i termini per l’accesso all’agevolazione potrebbero estendersi sino a dicembre 2023.

Altri aiuti promossi dalla legge di bilancio a sostegno dei cittadini

Il taglio dell’cuneo fiscale non è l’unica innovazione fiscale del 2020: leggi tutti gli approfondimenti su alcune novità introdotte dalla nuova legge di bilancio:

Sgravi fiscali in busta paga per lavoratori dipendenti

La legge di Bilancio 2023 ha stabilito che a partire da gennaio e per tutto il 2023, grazie anche all’estensione del provvedimento prevista dal decreto lavoro, gli stipendi dei lavoratori beneficeranno del taglio del cuneo fiscale.

La percentuale del taglio dell’aliquota varia a seconda del valore dello stipendio percepito: i lavoratori con stipendi inferiori ai 25000 euro annuali beneficeranno di un taglio del 3% dei contributi IVS, mentre i lavoratori con stipendi inferiori ai 35000 annuali beneficeranno di un taglio del 2% delle trattenute.

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