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Sgravi contributivi per chi assume donne vittime di violenza in 2024

Da Eleonora Orrù
Aggiornato il 17 Settembre 2024
Tempo di lettura stimato: 8 minuti

Secondo quanto emerso dalle ricerche ISTAT, in Italia il oltre il 30% delle donne con età compresa tra i 16 e i 70 anni, durante il corso della propria vita, è stata vittima di violenza fisica o sessuale e il 13,6% di queste donne ha subito violenza da parte del proprio partner o ex partner.

Uscire da situazioni di violenza, soprattutto se avvengono all’interno dell’ambiente domestico può essere molto difficile sia per questioni emotive che per questioni economiche.

Per facilitare le scelte delle donne vittime di violenza e rendere le donne più indipendenti dal punto di vista economico, lo Stato italiano ha stabilito la concessione di sgravi fiscali per le aziende private che decidono di assumere le donne vittime di violenza.

In questo articolo ti parleremo dello sgravio contributivo per le assunzioni di donne vittime di violenza, spiegandoti nel dettaglio cosa prevede la misura e chi ne può beneficiare nel dettaglio.

Una donna alza la mano in segno di stop, simbolo di resistenza e inizio di un nuovo capitolo lavorativo supportato dagli incentivi del programma italiano 'Sgravio contributivo per assunzioni donne vittime di violenza'
Nel 2022, secondo i dati dell’Istat, 26.131 donne in Italia hanno iniziato un percorso per uscire dalla violenza, con l’aiuto di centri antiviolenza e case rifugio.

Cos’è lo sgravio contributivo per l’assunzione di donne vittime di violenza

Lo sgravio contributivo per l’assunzione di donne vittime di violenza è una agevolazione concessa ai datori di lavoro che decidono di assumere donne che hanno subito violenze.

I datori di lavoro del settore privato che prendono questa decisione sono esonerati dal  versamento dei contributi previdenziali, fatta eccezione dei premi e contributi INAIL, per ogni singola lavoratrice sino al raggiungimento del limite massimo di 8000 euro.

Qual è l’obiettivo degli sgravi fiscali?

La concessione di sgravi contributivi a chi sceglie di assumere le donne vittime di violenza mira a favorire l’inserimento nel mondo delle donne che hanno subito aggressioni o hanno vissuto situazioni di violenza.

Una volta reintegrate nel mondo lavorativo, le donne avranno la possibilità di diventare indipendenti dal punto di vista economico: in questo riusciranno con più facilità a uscire da situazioni difficili e ad emanciparsi.

Le leggi che regolamentano la concessione degli sgravi contributivi

L’erogazione degli sgravi contributivi per chi assume donne vittime di violenza è stata comunicata tramite l’approvazione della Legge di Bilancio 2024: informazioni dettagliate si possono infatti leggere nell’articolo 39, più precisamente a partire dal comma 2-quinquies, sino ad arrivare al comma 2-septies. 

Inoltre, la Circolare numero 41 del 05 marzo 2024 contiene maggiori dettagli su come deve essere disciplinata e applicata l’agevolazione fiscale per le imprese che assumono donne vittime di violenza.

Nei prossimi paragrafi vi spiegheremo in modo semplice e dettagliato il funzionamento degli sgravi fiscali secondo quanto stabilito dalle leggi.

Fondi erogati per gli sgravi fiscali

L’erogazione degli sgravi contributivi per assunzioni donne vittime di violenza è assicurata entro alcuni limiti di spesa definiti per gli anni dal 2024 al 2028.

I limiti massimali di spesa sono così stabiliti:

  • per il 2024 il limite di spesa è di 1,5 milioni di euro;
  • per il 2025 è possibile raggiungere i 4 milioni di euro;
  • nel 2026 non è possibile andare oltre ai 3,8 milioni di euro di spesa;
  • nel 2027 saranno concesse le agevolazioni sino al raggiungimento dei 2,5 milioni di euro;
  • nel 2008 il limite di spesa è fissato a 700 mila euro.

Una volta che l’INPS avrà raggiunto il limite di spesa non potrà più accogliere nuove richieste.

Requisiti delle donne assunte

Per poter ottenere lo sgravio contributivo per assunzioni donne vittime di violenza, le donne assunte dovranno:

Secondo quanto specificato nella Circolare numero 41 del 05-03-2024 nel caso in cui una donna sia sta beneficiaria del reddito di libertà nel 2023, l’agevolazione può comunque essere applicata se viene assunta nel 2024.

La stessa Circolare stabilisce anche che, ai fini del riconoscimento degli sgravi fiscali, il Reddito di libertà viene equiparato alle misure che, per gli stessi fini, vengono concesse a livello regionale e provinciale (come per esempio l’assegno di autodeterminazione per le donne vittime di violenza erogato dalla provincia di Trento); ciò significa che si potranno ottenere gli sgravi fiscali anche per l’assunzione di donne che non ricevono il Reddito di libertà ma usufruiscono degli assegni statali o regionali.

Non è importante la natura del contratto con cui vengono assunte le donne lavoratici: i datori potranno usufruire del beneficio sia per i contratti a tempo determinato sia per quelli a tempo indeterminato.

A chi spetta

Possono usufruire degli sgravi fiscali tutti i datori di lavoro del settore privato, pertanto le aziende pubbliche non hanno la possibilità di accedere al beneficio.

Requisiti aziendali

Al momento non è chiaro quali siano i requisiti che devono essere in possesso delle aziende o dei datori di lavoro che presentano la domanda in merito a fatturato o numero di dipendenti, ciò che è chiaro è che, al momento, non è stato posto un limite al numero di assunzioni che è possibile effettuare.

Eventuali dettagli saranno resi noti con il Decreto attuativo che verrà pubblicato a breve.

Qual è il funzionamento dello sgravio contributivo?

I datori di lavoro in possesso dei requisiti necessari ottenere gli sgravi contributivi per l’assunzione di donne vittime di violenza vengono esentati dal pagamento dei contributi previdenziali a carico dell’azienda sino a un importo massimo di 8000 euro annui.

I datori di lavoro sono comunque tenuti a pagare per ogni lavoratrice:

  • l’assicurazione INAIL contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali;
  • tutti gli importi che superano gli 8000 euro annui.

Tutti i contributi che non rientrano nello sgravio

Come anticipato non rientrano nello sgravio, quindi devono essere comunque corrisposti dal datore di lavoro i contributi INAIL per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.

Inoltre i datori di lavoro dovranno comunque finanziare i Fondi a cui hanno scelto di aderire, in particolare:

  • il Fondo per l’erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto;
  • i Fondi di solidarietà;
  • i Fondi di integrazione salariale;
  • il Fondo di solidarietà territoriale;
  • il Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale;
  • i Fondi interprofessionali per la formazione continua.

Per quanto tempo dura l’agevolazione

È possibile beneficiare degli sgravi contribuiti per 12 mesi, 18 mesi o un anno a seconda del contratto che viene offerto alla lavoratrice:

  • se il contratto sottoscritto dalla lavoratrice è a tempo indeterminato è possibile ottenere gli sgravi per 12 mesi;
  • se il contratto sottoscritto in precedenza dalla lavoratrice viene trasformato a tempo indeterminato, l’azienda può ottenere gli sgravi contributivi per ulteriore 6 mesi per un totale di 18 mesi a partire dall’assunzione;
  • se la lavoratrice viene assunta a tempo indeterminato l’azienda potrà ottenere gli sgravi per un intero anno a partire dalla data di assunzione.

Importo massimo dell’agevolazione fiscale

L’importo massimo dell’agevolazione fiscale è stato definito e comunicato attraverso la Circolare numero 41 del del 5 marzo 2024.

Nel documento viene chiarito che l’importo massimo dell’agevolazione, ovvero gli 8000 euro di esenzione fiscale a cui possono accedere i datori di lavoro che assumono donne vittime di violenza, suddiviso su base mensile è di 666, 66 euro.

Per quanto riguarda i lavori che si sono trasformati o instaurati nel corso di un mese, la quota va ripartita nei 31 giorni mensili (21, 50 euro giornalieri) e moltiplicata per il numero dei giorni di lavoro effettuati dalla lavoratrice dipendente.

Pertanto, se una donna per esempio avrà lavorato solo 10 giorni il calcolo da fare è il seguente:

(666, 66 euro / 31) x 10 giorni lavorativi, ovvero 
21,50 euro per 10 giorni lavorativi = 215 euro.

Come ottenere lo sgravio

Secondo quanto stabilito circolare 133 del 10 Settembre 2021 i datori di lavoro che vogliono ottenere gli sgravi contributivi per le assunzioni di donne vittime di violenza di genere possono presentare una richiesta attraverso una procedura online.

Per presentare la domanda è necessario effettuare l’accesso al Portale delle Agevolazioni – ex DiResCo tramite: PIN, SPID, CIE, CNS, eIDAS.

Una volta effettuato all’accesso, al datore di lavoro sarà richiesto si inserire le seguenti informazioni:

  • i dati anagrafici della lavoratrice assunta;
  • la data di rilascio del provvedimento riguardante il percorso di protezione;
  • il Comune di riferimento;
  • la retribuzione mensile lorda;
  • l’aliquota contributiva.

Nel caso in cui l’INPS dovesse accettare la domanda, allora il datore di lavoro potrà fruire dello sgravio contributivo mensilmente all’interno della denuncia Uniemens.

Questa era la procedura prevista per gli scorsi anni: è possibile che la procedura sia la stessa anche per ottenere il beneficio nel 2024 e negli anni successivi, ma non sono ancora state fornite conferme a riguardo.

Ulteriori informazioni sull’attuale procedura per lo sgravio contributivo per assunzioni donne vittime di violenza saranno rese note in seguito alla pubblicazione del decreto attuativo.

Altri sostegni statali per il lavoro femminile

Per aumentare il tasso di occupazione femminile e sostenere l’imprenditorialità femminile, lo Stato concede alcuni finanziamenti tramite i seguenti progetti.

Azzeramento dei costi contributivi per le aziende che assumono donne vittime di violenza

Le aziende che assumono donne vittime di violenza hanno la possibilità di essere esonerate dal pagamento dei contributi obbligatori sino a un massimo di 8000 euro. Fanno eccezione i contributi INAIL che devono comunque essere corrisposti.

I datori di lavoro possono ottenere il beneficio per 12 mesi o un anno a seconda che la lavoratrice venga assunta a tempo determinato o indeterminato.

La domanda va presentata telematicamente.

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