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Rientro dei cervelli: chi ha diritto al bonus e come richiederlo

Da Eleonora Orrù
Aggiornato il 17 Settembre 2024
Tempo di lettura stimato: 7 minuti

La fuga dei cervelli è una questione che preoccupa lo Stato italiano: secondo i dati forniti dall’Istat, infatti, negli ultimi 10 anni, l’Italia avrebbe perso circa 74 mila cittadini laureati che hanno preferito continuare la loro vita all’estero. I motivi che portano decine di migliaia di persone laureate ad abbandonare l’Italia e a rifugiarsi in un alto Paese sono molteplici, ma la difficoltà di riuscire a trovare un lavoro stabile, in linea con il percorso di studi effettuato e con un salario congruo alla propria esperienza gioca un ruolo fondamentale.

Per questo motivo lo Stato italiano ha messo a disposizione di docenti e ricercatori italiani residenti all’estero alcuni incentivi per motivarli a tornare in Italia.

In questo articolo ti parleremo del bonus per il rientro dei cervelli spiegandoti nel dettaglio a chi è rivolto l’incentivo, quali sono i requisiti per ottenerlo e come fare domanda.

Il bonus rientro dei cervelli: detassazioni per i docenti e i ricercatori rimpatriati in Italia
Il bonus rientro dei cervelli: detassazioni per i docenti e i ricercatori rimpatriati in Italia

Che cos’è il rientro dei cervelli

Il bonus rientro dei cervelli è un particolare tipo di incentivo statale che viene concesso ai docenti e ai ricercatori che, dopo anni trascorsi all’estero, decidono di ritornare in Italia per proseguire la loro carriera.

L’incentivo consiste nella possibilità di usufruire di un regime di tassazione agevolata per un periodo ridotto di tempo.

Differenze tra bonus rientro cervelli e bonus impatriati

Anche se molte persone li confondono, il bonus rientro cervelli e il bonus rimpatriati sono due agevolazioni differenti.

Se, infatti, il primo è rivolto unicamente ai docenti e ai ricercatori, il bonus rimpatriati può essere richiesto da tutti i cittadini italiani residenti all’estero e iscritti all’AIRE, che decidono di tornare in Italia.


Le due misure, inoltre, differiscono anche per quanto riguarda la percentuale di agevolazione fiscale: chi usufruisce del bonus rimpatriati ha il beneficio di pagare le tasse solo sul 30% del reddito, mentre chi ottiene il bonus rientro dei cervelli ha una detassazione maggiore.

Chi può ottenere l’agevolazione per il rientro in Italia

Il bonus rientro dei cervelli è stato ideato appositamente per i docenti universitari e i ricercatori italiani che desiderano continuare la loro carriera in Italia dopo aver svolto all’estero attività di ricerca o docenza.

Pertanto, l’agevolazione fiscale spetta ai docenti e ai ricercatori che sono iscritti all’anagrafe dei cittadini italiani residenti all’estero, o che sono cittadini di uno degli Stati membri dell’ UE che hanno sottoscritto la convenzione contro le doppie imposizioni sui redditi.

Quali sono i requisiti per ottenere il bonus rientro dei cervelli

Essere dei docenti italiani residenti all’estero desiderosi di tornare in Italia a svolgere la propria professione, non è sufficiente per ottenere la possibilità di usufruire del regime fiscale agevolato.

Per beneficiare del bonus rientro dei cervelli è importante che il docente o il ricercatore che desidera fare domanda sia in possesso dei seguenti requisiti.

  • Deve avere una laurea o un titolo di studio equiparato.
  • In passato, deve aver vissuto all’estero in maniera continuativa e non occasionale.
  • Deve aver svolto, nel Paese estero in cui risiedeva, attività di ricerca o di docenza per centri di ricerca o università.
  • L’attività di ricerca o di docenza svolta deve essere documentata.
  • Deve avere insegnato o svolto attività di ricerca per almeno due anni.
  • Deve acquisire la residenza fiscale italiana.

A quanto ammonta l’agevolazione fiscale per chi rientra in Italia

Come abbiamo anticipato, il bonus rientro dei cervelli consiste nella possibilità di usufruire di un regime fiscale agevolato.

Pertanto a chi ne ha diritto viene concesso il beneficio di pagare le tasse solo sul 10% dei redditi dichiarati.

Quanto dura il bonus rientro dei cervelli?

I docenti e i ricercatori possono beneficiare dell’agevolazione dal momento in cui trasferiscono la loro residenza fiscale.

Da quel momento in poi è possibile utilizzare l’agevolazione anche per i 5 periodi di imposta successivi, per un totale di 6 anni.

Tuttavia l’agevolazione fiscale, in particolari condizioni, può essere estesa per altri anni.

In particolare, possono usufruire del beneficio per 8 anni, tutti i docenti e i ricercatori che hanno almeno un figlio a carico o che hanno acquistato una abitazione in Italia dopo il trasferimento o nei 12 mesi che precedono la data stessa del trasferimento.

Invece, i docenti e i ricercatori che hanno almeno due figli a carico hanno diritto a beneficiare del bonus rientro dei cervelli in Italia per 11 annualità, mentre i beneficiari che hanno almeno 3 figli a carico, possono usufruire del beneficio per addirittura 13 anni.

Quando decade il beneficio fiscale?

Il beneficio decade nel momento in cui il docente o il ricercatore decide di trasferirsi nuovamente all’estero e di spostare la sua residenza fiscale fuori dall’Italia.

Come fare domanda per il bonus rientro dei cervelli

I docenti e i ricercatori che pensano di avere diritto a usufruire dell’agevolazione fiscale, per poter beneficiare degli sconti nelle tasse devono presentare una domanda scritta al proprio datore di lavoro.

Quali informazioni deve contenere la domanda per l’agevolazione?

La domanda per il bonus rientro dei cervelli deve contenere:

  • i dati anagrafici del richiedente (nome, cognome e data di nascita);
  • il codice fiscale;
  • la data del trasferimento della residenza fiscale in Italia;
  • informazioni sul tempo trascorso tra il cambio della residenza e la presentazione della domanda;
  • la volontà di comunicare al proprio titolare il cambiamento della residenza o del domicilio, nel caso in cui la variazione possa determinare la decadenza del beneficio;
  • la dichiarazione di non essere beneficiari di altri incentivi fiscali, in particolari di quelli previsto.

Volendo, per attestare di essere in possesso dei requisiti, alla richiesta è possibile, ma non obbligatorio, presentare anche i seguenti documenti: 

  • un documento di identità;
  • l’attestato di laurea;
  • i contratti di lavoro che attestano i due anni di docenza o di ricerca effettuati all’estero;
  • il certificato di iscrizione all’anagrafe dei cittadini italiani residenti all’estero.

Informazioni aggiuntive per la richiesta della proroga

Come abbiamo anticipato, il bonus cervelli può essere prorogato; chi vuole richiedere di poter usufruire dell’agevolazione sino a 13 annualità, nella domanda dovrà indicare anche:

  • i dati catastali dell’immobile acquistato;
  • il numero e le date di nascita dei figli a carico;
  • l’anno in cui ha usufruito per la prima volta del bonus rientro dei cervelli;
  • l’ammontare totale dei redditi prodotti in Italia nell’anno precedente;
  • gli estremi del versamento effettuato attraverso il modello F24, il documento con cui si pagano le tasse in Italia.

Tasse scontate per tutti i docenti e i ricercatori italiani che si trasferiscono in Italia

La scelta effettuata da parte di tanti docenti e ricercatori di trasferirsi all’estero dopo anni di formazione in Italia rappresenta la perdita di tante potenziali risorse per la crescita dello Stato italiano.

Lo Stato italiano, quindi, per incentivare il ritorno dei migliori professori e ricercatori in Italia, ha ideato il bonus rientro dei cervelli: un particolare tipo di agevolazione fiscale che consente ai docenti e ai ricercatori rimpatriati in Italia di pagare le tasse solo sul 10% del proprio stipendio.

Per ottenere il bonus sarà necessario presentare al proprio datore di lavoro una domanda debitamente compilata.

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