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Partita IVA: il codice essenziale per i lavoratori autonomi

Da Michele Vitarelli • Pubblicato il 2 Giugno 2025 • Tempo di lettura stimato: 9 minuti

Chi desidera iniziare una attività come libero professionista o lavoratore autonomo, e chi desidera costituire una società o una impresa, nella maggior parte dei casi, deve obbligatoriamente aprire una partita IVA e mostrare il certificato di attribuzione della partita, se richiesto, per dimostrare che la propria attività è stata legalmente registrata all’Agenzia delle entrate.

Se sei ancora confuso sul funzionamento della partita IVA e non sai ottenere il certificato di attribuzione della partita IVA, nei prossimi paragrafi potrai trovare tutte le informazioni di cui hai bisogno per fare chiarezza: cos’è, i regimi fiscali, come e quando richiederla, i costi e come ottenere il certificato di attribuzione.

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Cos’è la partita IVA?

La partita IVA è un codice numerico di 11 cifre che identifica il lavoratore autonomo o l’azienda consentendogli di agire in quanto tale, sia nei suoi rapporti con lo Stato che con altre aziende, enti o persone. Il codice della partita IVA è così composto:

  • i primi 7 numeri sono il numero di matricola incrementale;
  • i successivi 3 numeri indicano il codice dell’ufficio provinciale dell’Agenzia delle Entrate;
  • l’ultima cifra è un codice di controllo.
Quali sono i principali regimi IVA in Italia?

1. Regime ordinario IVA:

Si applica a tutte le imprese e ai professionisti che superano certi limiti di ricavi o compensi, che nella maggior parte dei casi corrispondono a 85.000 euro annui. Chi rientra in questo regime deve tenere una contabilità IVA accurata, registrando tutte le fatture emesse e ricevute. Su queste fatture si applica l’aliquota IVA, che può essere quella ordinaria del 22% o, a seconda del tipo di bene o servizio, aliquote ridotte del 10%, 5% o 4%. Ogni mese o ogni trimestre, questi soggetti sono tenuti a presentare la dichiarazione IVA e a versare l’imposta dovuta.

2. Regime forfettario (esente IVA)

Pensato per i contribuenti con ricavi o compensi inferiori a 85.000 euro. In questo caso, non si applica l’IVA sulle fatture, quindi i professionisti o le imprese non la addebitano ai propri clienti. Di conseguenza, non devono effettuare registrazioni IVA né presentare dichiarazioni o versare l’imposta. Questo regime è detto “esente IVA”, ma comporta anche che non sia possibile recuperare l’IVA sugli acquisti effettuati.

3. Regimi speciali per alcune categorie

Alcuni settori hanno regimi IVA particolari, come agricoltori, agenzie di viaggio, operatori intracomunitari. Questi prevedono modalità particolari di calcolo e versamento dell’IVA. Questi soggetti seguono regole particolari per il calcolo e il versamento dell’IVA, che differiscono dalle modalità previste dal regime ordinario.

note
Le informazioni che forniamo rappresentano principi guida generali. Per ogni attività le condizioni possono variare e la normativa fiscale è soggetta a frequenti aggiornamenti. Si consiglia sempre di farsi assistere da un commercialista o da un esperto di fiscalità per valutare correttamente la propria situazione.

Chi deve possedere obbligatoriamente la partita IVA?

Hanno l’obbligo di aprire partita IVA tutti i lavoratori autonomi che hanno entrate superiori ai 5000 euro annuali, e svolgono una attività lavorativa continuativa.

note
Le imprese che svolgono un’attività commerciale o industriale di erogazione di beni e servizi, oltre ad avere l’obbligo di possedere la partita IVA, sono obbligate anche a iscriversi al Registro delle imprese.

Chi svolge una attività autonoma o apre una ditta senza richiedere l’apertura della partita IVA rischia una multa che varia da 516€ a 2064€. Inoltre, dal punto di vista penale, chi opera illegalmente senza il possesso della partita IVA rischia di essere perseguito per il reato di esercizio abusivo di attività commerciale che prevede la reclusione da sei mesi a tre anni.

Come richiedere l’apertura della partita IVA

Per aprire una partita IVA è necessario presentare l’apposito modulo di richiesta presso l’Agenzia delle Entrate. La procedura da effettuare e la documentazione da presentare sono leggermente differenti a seconda che si richieda l’apertura della partita IVA per un libero professionista o per un attività commerciale, ma in ogni caso l’apertura della partita IVA è gratuita.

🧑‍💼Apertura partita IVA per lavoratori autonomi o ditte individuali.

Per aprire una partita IVA e avviare un’attività professionale o altra attività non soggetta all’iscrizione al Registro delle imprese, è necessario compilare il modulo AA9/12 e inviarlo all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dall’inizio dell’attività, scegliendo una delle seguenti modalità:

  • 📧via PEC:
    • inviare il modulo con oggetto “Dichiarazione di inizio attività” e firmare digitalmente oppure con firma autografa (in tal caso allegare un documento d’identità);
    • inviare in qualsiasi Direzione Provinciale, la data di invio corrisponderà alla data di presentazione;
    • l’Agenzia provvederà a comunicare la partita IVA all’indirizzo PEC utilizzato.
  • 💻per via telematica:
    • predisporre il modulo (da solo o con intermediario delegato) tramite il software messo a disposizione dall’ente;
    • accedere all’area riservata online del sito dell’Agenzia delle Entrate con SPIDCIE o CNS;
    • seguire il percorso: Servizi” → “Servizi per” → “Comunicare” → “Trasmissioni telematiche” → “Invio documenti – Trasmissione file predisposti secondo le specifiche tecniche pubblicate (es. dichiarazioni)”;
    • effettuare l’upload del modello AA9/12 compilato.
  • 👤di persona (o tramite delega): presso un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate, con appuntamento da prenotare online.
  • 📨tramite raccomandata: spedire il modello firmato con allegato documento d’identità e indirizzata a un qualunque ufficio dell’Agenzia delle Entrate. In questo caso la data di presentazione corrisponde a quella spedizione.

🏢Aprire partita IVA per le imprese con obbligo di iscrizione al Registro delle imprese

Le imprese con obbligo di iscrizione al registro delle imprese devono presentare la comunicazione unica. Attraverso questa procedura è possibile:

  • iscriversi al Registro delle Imprese;
  • richiedere l’apertura della partita IVA;
  • presentare la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA);
  • iscriversi all’INPS e all’INAIL, se previsto.
note
Come chiudere la partita IVA?

In caso di variazioni di elementi indicati ad inizio attività o se si vuole chiudere la partita IVA, l’Agenzia delle Entrate comunica che il procedimento è indicato a quello di apertura: compilazione del modulo AA9/12 e invio seguendo una delle modalità indicate precedentemente.

Inoltre, è possibile che l’Agenzia delle entrate chiuda d’ufficio la partita IVA dei contribuenti che, secondo i dati a disposizione, non hanno svolto attività d’impresa, artistiche o professionali negli ultimi tre anni. In tal caso, il contribuente riceverà una comunicazione che lo informa della chiusura automatica della partita IVA.

Quanto costa aprire e mantenere la partita IVA?

In molti ci chiediamo quante imposte e tasse paghiamo allo stato mensilmente e annualmente. Le partite Iva hanno una legislazione fiscale molto complessa, ragion per cui molti professionisti e imprese affidano la gestione dei propri obblighi fiscali a commercialisti ed esperti. Qui di seguito troverai una panoramica generale e chiara dei costi per aprire e mantenere una Partita IVA, con un focus sui principali regimi fiscali.

Costi generali e stime indicative Partita IVA. Elaborazione Propria
Costi generali e stime indicative Partita IVA. Elaborazione Propria
note
Sei una partita IVA? Sicuramente sarai interessato nel sapere come richiedere la ISCRO, la “cassa integrazione” delle Partite IVA! Leggi il nostro articolo di approfondimento.

Cos’è il certificato di attribuzione della partita IVA?

Il certificato di attribuzione della partita Iva è un documento che attesta l’avvenuta apertura della Partita Iva e di conseguenza la legale registrazione dell’attività presso l’Agenzia delle entrate.

Solitamente è necessario per richiedere un mutuo o un prestito, iscriversi a un albo professionale o partecipare a un appalto pubblico.

Il certificato è un documento, che può essere sia cartaceo che digitale, in cui sono indicati:

  • i dati anagrafici del titolare dell’attività;
  • il codice fiscale del titolare dell’attività;
  • la denominazione dell’impresa;
  • il numero della P. IVA;
  • la sede dell’attività e la sua residenza fiscale;
  • la natura giuridica dell’attività;
  • il codice ATECO.
Come richiedere il certificato di attribuzione partita IVA?

Per ottenere il certificato di attribuzione della Partita IVA, occorre accedere alla propria area personale sul sito dell’Agenzia delle Entrate e compilare il modello AA9/7, selezionando l’opzione “richiesta duplicato del certificato di partita IVA” nel quadro A.

Il modulo può essere inviato con le stesse modalità previste per la presentazione della dichiarazione di inizio attività (PEC, online, di persona o tramite raccomandata).

Il certificato si ottiene dopo qualche minuti in formato PDF alla casella di posta indicata in fase di richiesta, il documento cartaceo verrà invece inviato all’indirizzo collegato alla partita IVA.

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Ottenere il numero di identificazione dei lavoratori autonomi e delle imprese italiane

Per aprire una attività in proprio in Italia e diventare lavoratori autonomi è necessario aprire una partita IVA ed entrare in possesso del certificato di attribuzione partita IVA. La Partita IVA è un codice numerico composto da 11 cifre e permette di identificare la propria azienda in modo univoco, di esercitare la propria attività da freelance legalmente e di iscriversi agli albi professionali. L’attribuzione della Partita IVA è gratuita se fatta direttamente online o in sede presso l’Agenzia delle Entrate, tramite il modulo specifico.

FAQ

Si può aprire una Partita IVA mentre si percepisce la NASPI?

Sì, è possibile aprire una Partita IVA anche durante il periodo di percezione della NASpI. In tal caso, dovrai comunicare all’INPS l’inizio della nuova attività entro 30 giorni dall’apertura. Continuerai a riceverla ma l’importo dell’indennità verrà ridotto in base ai redditi derivanti dall’attività autonoma. Ricorda che se i redditi superano una certa soglia, oppure se l’attività diventa a tempo pieno e stabile, la Naspi potrebbe sospendersi anticipatamente.

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Michele Vitarelli
Grande appassionato di scrittura e di politiche sociali, grazie alla collaborazione con il Team Procedureamministrative posso finalmente trasformare la mia passione per la scrittura in un impegno concreto. Credo fortemente che divulgare informazioni in modo semplice e accessibile contribuisca a rendere la società più giusta e equa.

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