La nascita di un bambino è un momento unico, e lo Stato italiano riconosce l’importanza della presenza dei genitori fin dai primi giorni di vita. Per questo esiste il congedo di paternità obbligatorio, un periodo di 10 giorni lavorativi (20 in caso di parto plurimo), totalmente retribuito al 100%, durante il quale i neo papà possono prendersi cura del bambino, condividere le responsabilità familiari e consolidare i legami affettivi fin dai primi giorni.

Cos’è il congedo di paternità?
Il congedo di paternità è un congedo speciale concesso per la nascita del figlio e corrisponde a un periodo obbligatorio di sospensione dell’attività lavorativa di cui possono beneficiare i neo papà.
I papà che sono appena diventati genitori, per 10 giorni, devono assentarsi dal lavoro al fine di sostenere la compagna e creare un legame profondo col bambino.
Durante il periodo di assenza dal lavoro, i papà riceveranno un’indennità Inps pari al 100% della paga giornaliera ordinaria.
Il congedo parentale è un periodo di congedo facoltativo di cui i papà possono usufruire sino al compimento del dodicesimo anno di età del figlio.
Per i papà, la durata massima è generalmente di 6 mesi, che possono essere fruiti sia in un’unica soluzione sia in maniera frazionata. Se la madre non usufruisce del congedo, il padre può arrivare fino a 10 mesi complessivi.
L’indennità ordinaria per il congedo parentale è pari al 30% della retribuzione giornaliera media del mese precedente. Dal 2025, però, i primi tre mesi possono essere indennizzati all’80%, grazie alle recenti modifiche normative, rendendo il periodo più vantaggioso per i genitori che scelgono di condividere le responsabilità familiari.
🧑⚕️👶Che differenza c’è tra il congedo di paternità e il congedo di paternità alternativo?
Per congedo di paternità alternativo si intende uno speciale tipo di congedo per papà che sostituisce il congedo do maternità obbligatorio. Il congedo di maternità obbligatorio permette, alle neomamme di assentarsi dall’attività lavorativa e prendersi cura del proprio bambino ricevendo un indennità pari all’80% dello stipendio.
In alcuni casi speciali in cui la madre non possa usufruire del beneficio (morte, infermità, abbandono del figlio, mancato riconoscimento del neonato), allora il padre potrà richiedere di ottenere lo stesso diritto conosciuto non più come congedo di maternità ma come congedo di paternità alternativo.
Chi può beneficiare del congedo per papà
Possono beneficiare della paternità obbligatoria tutti i padri che lavorano come dipendenti sia nel settore pubblico che in quello privato, compresi:
- I dipendenti delle amministrazioni pubbliche;
- i lavoratori domestici;
- i lavoratori agricoli a tempo determinato.
I lavoratori domestici e i lavoratori agricoli a tempo determinato, per beneficiare del congedo parentale, devono avere un rapporto di lavoro attivo nel momento in cui usufruiscono del congedo.
Per tutti gli altri lavoratori, invece, il diritto a usufruire del congedo rimane invariato anche in caso di licenziamento o sospensione del rapporto di lavoro.
Ci sono alcune categorie di papà che non hanno diritto a ricevere il congedo di paternità:
- i lavoratori iscritti alla gestione separata Inps;
- i lavoratori autonomi.
Quanti giorni dura il congedo e entro quando si può richiedere?
Il congedo di paternità dura 10 giorni, o 20 giorni nel caso il parto sia plurimo.
Il padre può decidere di usufruire di questi giorni in un arco di tempo che va dai 2 mesi che precedono l’ipotetica data del parto ai 5 mesi che seguono la nascita del figlio.
Non è obbligatorio usufruire del congedo di paternità in un’unica soluzione, ogni papà può scegliere se beneficiare dei giorni in modo frazionato.
Come funziona nel caso di affidamento?
Non solo i padri biologici, ma anche i padri affidatari possono usufruire del congedo con alcune varianti.
- Nel caso sia stata effettuata una adozione nazionale, i papà affidatari possono usufruire del beneficio dopo il giorno di ingresso del minore in famiglia e non oltre i cinque mesi successivi.
- Nel caso i genitori abbiano scelto di effettuare una adozione internazionale, il papà può decidere di usufruire dei 10 giorni di congedo anche prima della data dell’ingresso in famiglia del minore. In questo caso, infatti, potrebbe essere necessario assentarsi dal lavoro per incontrare il figlio adottivo al di fuori dei confini nazionali, o completare la procedura di adozione.
- Nel caso in cui i genitori abbiano deciso di chiedere un minore in affidamento o collocamento temporaneo, il padre può usufruire del congedo entro 5 mesi dalla data dell’inizio dell’affidamento.
Quando e come fare domanda per il congedo di paternità
Nel caso in cui l’indennità venga anticipata direttamente dal datore di lavoro, per richiedere il congedo parentale sarà sufficiente presentare una domanda scritta al datore di lavoro almeno 15 giorni in anticipo rispetto alla data in cui decida di usufruire del congedo.
Nei casi in cui, invece, il pagamento della indennità viene effettuato direttamente dall’Inps, allora il papà dovrà presentare la domanda online all’interno della piattaforma dell’ente.
La domanda può essere presentata:
- Attraverso la piattaforma dell’ente alla seguente pagina, effettuando il login tramite credenziali SPID, carta CIE o carta nazionale dei servizi;
- tramite Contact center utilizzando uno dei seguenti canali di contatto;
- richiedendo il supporto degli enti di patronato.
10 giorni di congedo lavorativo per i neo papà
I papà che hanno appena avuto un figlio possono richiedere il congedo do paternità: un particolare aiuto che permette ai neogenitori di assentarsi per 10 giorni dall’attività lavorativa per dedicarsi alla propria famiglia, ricevendo un’indennità Inps pari al 100% della paga giornaliera. Il congedo di paternità può essere richiesto non solo dai papà biologici ma anche da quelli adottivi, a patto che abbiano un contratto di lavoro da dipendenti, infatti, non possono usufruire di questo beneficio i lavoratori iscritti alla gestione separata Inps e i lavoratori autonomi. Per richiedere il congedo è sufficiente presentare la domanda al proprio datore di lavoro, o nel caso in cui l’indennità venga corrisposta direttamente dall’Inps attraverso la piattaforma dell’ente.