Ogni anno, sono tantissimi i cittadini italiani che decidono di lasciare il nostro Paese per trovare fortuna all’estero; i dati parlano chiaro: sono quasi 6 milioni gli italiani iscritti ai registri AIRE. Se si prende in considerazione il progressivo abbassamento del tasso di natalità, questi sono numeri che destano molta preoccupazione allo Stato italiano.
Per cercare di incentivare il ritorno degli italiani residenti all’estero, il Governo ha varato una agevolazione fiscale molto vantaggiosa per tutti coloro che desiderano riportare la loro residenza in Italia: il bonus impatriati.
Se sei un cittadino italiano espatriato che vorrebbe rimpatriare, in questo articolo ti spiegheremo come funziona il bonus per i lavoratori rimpatriati, quali sono i requisiti che devi possedere per usufruire del beneficio e come presentare la domanda.
- Che cos’è il bonus impatriati?
- Chi ha diritto al bonus rimpatriati?
- A quanto ammonta la riduzione delle tasse per i cittadini impatriati?
- Per quanto si può beneficiare del bonus per cittadini rimpatriati?
- Come fare domande per il bonus impatriati
- Quando decade il beneficio?
- Tasse ridotte per i lavoratori che tornano in Italia
Che cos’è il bonus impatriati?
Il bonus impatriati, chiamato anche bonus rimpatrio, è un particolare tipo di agevolazione fiscale che viene concessa a tutti i cittadini italiani che, dopo due anni trascorsi all’estero, vogliono tornare a vivere in Italia.
Grazie al bonus per i lavoratori impatriati, i cittadini iscritti all’ AIRE che sposteranno la loro residenza in Italia, avranno diritto a pagare le tasse solo su una piccola parte dello stipendio per un periodo di tempo limitato.
Bonus rimpatriati e bonus per i cervelli: quali sono le differenze?
Il bonus rimpatriati e il bonus per il rientro dei cervelli, pur essendo due agevolazioni molto simili, presentano qualche differenza.
Il bonus per i lavoratori rimpatriati, infatti, è dedicato a tutte le categorie di lavoratori, mentre il bonus per il rientro dei cervelli è destinato solo ai docenti e ai ricercatori.
Inoltre, i due bonus differiscono anche per quanto riguarda le agevolazioni fiscali: il bonus per rimpatriati consente di pagare le tasse sul 30% dei redditi percepiti, mentre il bonus per il rientro dei cervelli prevede che le tasse vengano pagate solo sul 10% dei redditi.
Per conoscere tutte le informazioni sul bonus per il rientro dei cervelli leggi il nostro articolo di approfondimento.
Chi ha diritto al bonus rimpatriati?
Possono fare domanda per il bonus rimpatriati i cittadini che sono in possesso dei seguenti requisiti:
- hanno la cittadinanza italiana;
- lavorano come dipendenti o sono lavoratori autonomi;
- sono iscritti all’AIRE da almeno due anni.
Inoltre, per usufruire del beneficio, i cittadini italiani che ottengono il bonus impatriati dovranno vivere in Italia per almeno due anni.
A quanto ammonta la riduzione delle tasse per i cittadini impatriati?
I cittadini che beneficiano del bonus impatriati hanno diritto a pagare le tasse unicamente sul 30% del reddito comunicato all’Agenzia delle entrate in sede di dichiarazione dei redditi: il restante 70%, quindi, è da considerarsi esentasse.
Un ulteriore “sconto” viene concesso ai cittadini che si trasferiscono in Campania, Molise, Abruzzo, Sicilia, Puglia, Calabria, Basilicata e Sardegna: i cittadini italiani che spostano la loro residenza da un Paese estero in una di queste regioni, pagheranno le tasse solo sul 10% del loro stipendio.
Per quanto si può beneficiare del bonus per cittadini rimpatriati?
L’agevolazione fiscale, generalmente, dura 5 anni, ma ad alcuni cittadini viene concessa una proroga del beneficio per altri 5 anni.
Possono richiedere la proroga del bonus rimpatriati i lavoratori che hanno almeno un figlio a carico o che hanno acquistato un’abitazione in Italia dopo aver cambiato la residenza o 12 mesi prima del trasferimento.
La possibilità di beneficiare del prolungamento dell’agevolazione, però, viene concessa solo a condizione che venga effettuato un versamento tramite modello F24.
Quanto ammonta il versamento per richiedere il prolungamento del bonus impatriati
Il versamento per ottenere il prolungamento del bonus rimpatriati è pari al 10% o al 5% del valore dei redditi agevolati.
In particolare:
- devono effettuare un versamento pari al 10% del valore dei redditi agevolati i lavoratori con un figlio minorenne che hanno acquistato una casa dopo essersi trasferiti o nei 12 mesi precedenti al cambio della residenza.
- devono effettuare un versamento pari al 5% del valore dei redditi agevolati i lavoratori che hanno almeno tre figli minorenni e che hanno acquistato una casa dopo aver cambiato residenza o durante i 12 mesi che hanno preceduto il cambio di residenza.
Come fare domande per il bonus impatriati
Per richiedere il bonus per i lavori rimpatriati in Italia è necessario presentare una domanda che deve essere presentata:
- al proprio datore di lavoro se il cittadino è un lavoratore dipendente;
- autonomamente, o attraverso il commercialista se il cittadino è un lavoratore autonomo.
Domanda per lavoratori dipendenti: come presentarla
I lavoratori dipendenti devono presentare la domanda al datore di lavoro entro e non oltre il 30 giugno.
La domanda dovrà essere compilata inserendo le informazioni seguenti:
- dati anagrafici
- codice fiscale:
- data del cambio di residenza in Italia
- data della prima assunzione dopo il rientro
- l’indirizzo di residenza attuale
- una dichiarazione che attesta di essere in possesso di tutti i requisiti necessari per ottenere il bonus;
- la volontà di comunicare eventuali cambi di residenza;
- la dichiarazione che attesta di non usufruire di altre agevolazioni fiscali.
Domanda per lavoratori autonomi: come presentarla
I lavoratori autonomi hanno due possibilità: la prima è quella di ottenere i benefici del bonus impatriati attraverso la dichiarazione dei redditi, la seconda è quella di usufruire dell’agevolazione attraverso la ritenuta d’acconto applicata dal cliente.
Nel caso i lavoratori scelgano la seconda opzione, per beneficiare della agevolazione dovranno allegare al modello Persone fisiche, attraverso cui presentano la dichiarazione dei redditi, una autocertificazione che contiene le seguenti informazioni:
- dati anagrafici;
- codice fiscale;
- data del trasferimento in Italia;
- la conferma di essere in possesso dei requisiti per usufruire del bonus;
- l’indirizzo dell’attuale residenza;
- la conferma di non usufruire di altre agevolazioni fiscali.
Quando decade il beneficio?
Dal momento che per usufruire del beneficio è necessario vivere in Italia, il beneficio decade nel momento in cui il lavoratore decide di trasferirsi nuovamente all’estero.
Tasse ridotte per i lavoratori che tornano in Italia
I cittadini Italiani che, dopo anni trascorsi all’estero, decidono di tornare in Italia e di trasferire la propria residenza fiscale, hanno diritto ad accedere a una serie di agevolazioni fiscali per la durata massima di 10 anni.
Il bonus impatriati dà il diritto di pagare le tasse solo sul 30% del reddito dichiarato all’agenzia delle entrate e, concede ai cittadini che abitano nel sud Italia ulteriori sgravi.
Per ottenere l’agevolazione è necessario presentare la domanda al datore di lavoro.