L’argomento della cittadinanza italiana è sempre attuale: tante sono le persone che vorrebbero acquistare lo status di “cittadino italiano”, con tutti i relativi diritti e obblighi che ne conseguono. Non mancano poi sull’agenda del legislatore proposte mirate ad ampliare o restringere questa facoltà, a seconda del momento storico e del colore politico di chi propone delle modifiche alla normativa attuale.
Cerchiamo dunque di capire a quali condizioni è possibile ottenere la cittadinanza italiana, chi può richiederla, e quali sono gli effetti giuridici sulla persona che riesce a ottenere tale status.

Nuova legge sulla cittadinanza: restrizioni sul “ius sanguinis”
Il decreto legge numero 36 “Disposizioni urgenti in materia di cittadinanza“ del 28 marzo, ha inasprito le regole sull’ottenimento della cittadinanza secondo il principio dello “ius sanguinis“.
In breve, in seguito alla riforma apportata dal governo Meloni, il soggetto potrà ottenere la cittadinanza:
- per diritto di sangue (ius sanguinis):
- chi nasce da almeno un genitore italiano, anche se il riconoscimento della paternità/maternità avviene con una sentenza;
- solo se un nonno/a (ascendente di primo grado) è nato in Italia;
- per “ius soli”:
- nasce da genitori stranieri che ha vissuto in Italia per almeno due anni consecutivi prima della nascita del figlio;
- nasce da genitori stranieri e risiede in Italia senza interruzioni fino ai diciotto anni e che dichiara, entro il compimento del diciannovesimo anno, di voler acquistare la cittadinanza italiana.
In pratica, le nuove disposizioni chiudono quasi tutte le porte a chi voleva ottenere la cittadinanza italiana per discendenza: il rapporto di ascendenza sarà limitato solo fino alla seconda generazione (fino ai nonni) a differenza di quanto accadeva precedentemente quando la legge non prevedeva alcun limite generazionale e spesso la catena arrivava fino alla quarta generazione (trisavolo). La nuova riforma, inoltre, aggiunge un’ulteriore opzione di ius soli per i figli di stranieri residenti da almeno due anni.
Vediamo insieme più nel dettaglio tutte le novità e i cambiamenti apportati dalla nuovo decreto.
Quali sono le condizioni per richiedere la cittadinanza italiana?
In seguito alle modifiche disciplinate dal nuovo decreto 36 e annunciate da Tajani, il Ministro degli affari esteri, ad oggi si potrà considerare automaticamente cittadino italiano il soggetto che:
- nasce da uno o entrambi cittadini di nazionalità italiana (è il cd ius sanguinis), anche a seguito di dichiarazione giudiziale di paternità/maternità;
- nasce all’estero e ha almeno un genitore o nonno/a italiano (ius sanguinis);
- viene adottato da uno o entrambi genitori italiani (adozione internazionale);
- nasce sul territorio italiano, ma a una condizione ulteriore:
- i genitori sono ignoti o apolidi (ovvero non hanno una nazionalità);
- i genitori hanno una nazionalità che non consente la trasmissione della cittadinanza al figlio (magari perché nato sul territorio straniero).
Nuova legge cittadinanza 2025: cittadinanza ottenuta per ius soli cosa cambia
Le nuove direttive del decreto del 28 marzo introducono un’ulteriore fattispecie per l’acquisizione della cittadinanza tramite il cd “ius soli”, ovvero il diritto di essere considerato cittadino per il solo fatto di nascere sul suolo italiano:
- lo straniero nato da genitori stranieri che risiede in Italia senza interruzioni fino ai diciotto anni, e che dichiara, entro il compimento del diciannovesimo anno, di voler acquisire la cittadinanza italiana;
- In alternativa, il bambino ottiene automaticamente la cittadinanza italiana alla nascita se almeno uno dei genitori stranieri ha vissuto in Italia per almeno due anni consecutivi prima della nascita (questa opzione è stata introdotta con la nuova legge).
Ci teniamo a sottolineare che il nuovo decreto legge “Disposizioni urgenti in materia di cittadinanza”, seppur abbia effetto immediato, deve essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni, pena decadenza dei suoi effetti. Questo significa che potrà subire modifiche, ti invitiamo a monitorare il nostro articolo per rimanere aggiornato su tutte le novità.
La cittadinanza italiana ottenuta a seguito di richiesta
Chi vuole ottenere la cittadinanza italiana, può proporre la relativa richiesta a condizione che ricorra una di queste situazioni: discendenza, residenza e matrimonio. Vediamole nel dettaglio insieme.
Per discendenza
Non è infrequente che individui che nascano con una nazionalità diversa da quella italiana siano discendenti di cittadini italiani, magari da nonni emigrati all’estero diversi anni prima.
Le nuove norme prevedono che potranno ottenere la cittadinanza italiana solo i discendenti nati all’estero fino alla seconda generazione: solo coloro che nascono all’estero e hanno almeno un genitore o un nonno/a nato in Italia, saranno automaticamente riconosciuti come cittadini italiani dalla nascita.
L’intervento normativo del 28 marzo 2025 approvato dal Consiglio dei Ministri ha limitato fortemente la trasmissione automatica della cittadinanza secondo il principio dello ius sanguinis. Per l’appunto, seppur tale principio basato sulla discendenza rimane valido, si rafforza l‘importanza del vincolo effettivo con l’Italia. Infatti, gli italiani nati e residenti all’estero dovranno esercitare diritti e doveri nel suolo italiano almeno una volta ogni 25 anni, come ad esempio votare o rinnovare la carta di identità o passaporto.
Cosa succede se hai già ottenuto la cittadinanza?
E’ importante sottolineare che il nuovo intervento legislativo non è retroattivo:
- tutte le domande di richiesta di cittadinanza presentate entro le ore 24 del 27 marzo (data antecedente l’approvazione del decreto) seguiranno le regole della vecchia legge:
- cittadinanza italiana riconosciuta ai discendenti di cittadini italiani senza limiti generazionali, purché la trasmissione della cittadinanza non è stata interrotta (ad esempio, se un antenato si è naturalizzato straniero prima della nascita del discendente);
- se una persona ha ottenuto la cittadinanza tramite una sentenza o un procedimento amministrativo prima dell’entrata in vigore della nuova legge, il suo status rimane valido.
Per matrimonio
Un’altra ipotesi molto frequente è quella del coniuge del cittadino italiano che richieda il rilascio della cittadinanza italiana. La legge 91 del 1992 consente che questo avvenga a determinate condizioni:
- che vi sia stata una convivenza di almeno due anni dalla celebrazione del matrimonio o dell‘unione civile (tempistica dimezzata se si hanno figli, nati o adottati);
- che siano trascorsi almeno tre anni dal matrimonio o dall’unione civile, se i coniugi risiedono all’estero, senza interruzione della convivenza o qualsiasi altra causa di interruzione del matrimonio (tempistica dimezzata se si hanno figli, nati o adottati);
- conoscenza della lingua italiana (non inferiore al livello B1).
Quali documenti sono da presentare la cittadinanza per matrimonio?
I documenti generalmente richiesti in caso di richiesta cittadinanza per matrimonio sono: atto di nascita, certificato penale, passaporto o carta d’identità, permesso di soggiorno, atto integrale di matrimonio, documento di riconoscimento del coniuge italiano, attestato b1 lingua italiana.
Per residenza (la cd “naturalizzazione”)
Molti Stati nel mondo consentono che, a seguito di un determinato numero di anni trascorsi legalmente sul proprio territorio, venga rilasciata la cittadinanza. L’Italia non fa eccezione, nel momento in cui rilascia la cittadinanza italiana nel caso di:
- cittadino di uno Stato dell’UE che sia stato residente in Italia per almeno 4 anni;
- cittadino straniero di un Paese non EU, che abbia avuto la residenza in Italia per almeno 10 anni;
- cittadino straniero che, anche se residente all’estero, abbia prestato servizio per almeno 5 anni per l’esercito italiano;
- cittadino straniero nato in Italia da genitori stranieri, e residente nel nostro Paese da almeno 3 anni.
Requisiti da rispettare
Per ottenere la cittadinanza per residenza è tassativamente necessario rispettare i seguenti requisiti:
- la residenza va intesa: legale (permesso di soggiorno regolare e continuità dell’iscrizione anagrafica) continua e attuale fino al termine dell’iter della concessione della cittadinanza;
- certificazione B1 attestante il livello di conoscenza della lingua italiana;
- reddito personale o familiare: certificare il reddito dei 3 anni precedenti a quello della presentazione della domanda di cittadinanza che dovrà essere di almeno 8.263,31 euro per il richiedente senza persone a carico e di 11.362,05 euro con coniuge a carico, da sommare 516 euro per ogni persona ulteriore a carico.
Quali sono i documenti da presentare per richiedere la cittadinanza per residenza?
I documenti richiesti abitualmente per questo tipo di richiesta sono: estratto integrale dell’atto di nascita, certificato penale, passaporto o carta d’identità, permesso di soggiorno valido, certificato storico di residenza, dichiarazione dei redditi (Modello CU, Modello Unico o Modello 730), certificato conoscenza italiana B1.
La procedura per ottenere il rilascio della cittadinanza
Richiedere la dichiarazione di cittadinanza italiana è un procedimento abbastanza lineare e, dal 2015, può avvenire solo in via telematica, inviando una richiesta online al Ministero dell’Interno.
La domanda da proporre in via telematica richiede la compilazione di un modulo, l’allegazione di tutti i documenti necessari a seconda dei presupposti della richiesta, e l’allegazione degli estremi della marca da bollo.
Quanto tempo attendere prima di ottenere la cittadinanza?
I tempi per la definizione della procedura hanno subito un’accelerazione grazie al Decreto Sicurezza e Immigrazione, che ha portato il termine dai 48 mesi previsti in precedenza ai 24 mesi attuali che in casi particolari, possono subire una proroga fino e non oltre i 36 mesi.
In caso di esito positivo, c’è un’ultima formalità da espletare, dal valore fortemente simbolico: il giuramento. Il neo-cittadino italiano deve infatti giurare solennemente, entro sei mesi dal ricevimento della comunicazione, di onorare e rispettare lo Stato italiano. Tale giuramento va eseguito sono nel caso di ottenimento della cittadinanza per naturalizzazione, matrimonio e Ius soli.
A quanto ammonta il contributo da versare per ottenere la cittadinanza italiana?
Per presentare la domanda di cittadinanza italiana, è richiesto un contributo di 250 euro. Dal 25 maggio 2022, questo contributo, insieme alla marca da bollo di 16 euro, può essere pagato online tramite la piattaforma PagoPA direttamente sul portale dei Servizi di Cittadinanza del Ministero dell’Interno.
I richiedenti la cittadinanza residenti in Italia potranno accedere al portale utilizzando l’identità digitale SPID o la Carta d’Identità Elettronica (CIE). Coloro che risiedono all’estero possono accedere con SPID, CIE o con le credenziali ottenute tramite la registrazione sul portale.
Effetti e revoca della cittadinanza italiana
Quando acquisisce la cittadinanza italiana, l’individuo è soggetto agli stessi obblighi e gode degli stessi diritti di un cittadino che nasca italiano. L’esempio più lampante, da questo punto di vista, è il diritto di voto.
Anche se la cittadinanza italiana è un diritto imprescrittibile, tuttavia può essere revocata in casi specifici. Questo avviene raramente, ma può verificarsi il caso in cui ad esempio venga revocato l’atto di adozione o per atti contrari agli interessi dello Stato, come attività terroristiche o gravi reati contro la sicurezza nazionale.
Come diventare un cittadini italiano in breve
La legge Italiana presenta due differenti modalità per ottenere la cittadinanza: in via automatica (ius sanguinis) o a seguito di richiesta per discendenza, matrimonio e residenza (naturalizzazione). Dal 2015, la richiesta può essere effettuato tramite il servizio online telematico del Ministero dell’Interno compilando il modulo e allegando tutti i documenti necessari. Il contributo di 250 euro più la marca da bollo di 16 euro dovranno essere pagati con la piattaforma PagoPA. Il Decreto Sicurezza ha ridotto le tempistiche della procedura, riducendola da 48 mesi a 24 mesi prorogabili non oltre i 36 mesi in casi eccezionali.
FAQ
Chi nasce in Italia da genitori stranieri ottiene la cittadinanza italiana?
No, in Italia vige il principio dello ius sanguinis, quindi la cittadinanza si acquisisce per discendenza da un cittadino italiano. Tuttavia, un minore nato in Italia da genitori stranieri può richiedere la cittadinanza al compimento del 18º anno di età, a condizione di aver risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia fino a quel momento. Inoltre, con il nuovo decreto del 28 marzo 2025, il bambino può ottenere automaticamente la cittadinanza alla nascita se almeno uno dei genitori stranieri ha vissuto in Italia per almeno due anni consecutivi.
Come si ottiene la cittadinanza in Italia?
La cittadinanza italiana può essere acquisita attraverso diversi modi: nascita da uno o entrambi cittadini italiani (ius sanguinis), adozione, nascita da genitori ignoti o apolidi, discendenza fino alla seconda generazione (fino al nonno/a), naturalizzazione e matrimonio. È importante sottolineare che la recente riforma ha introdotto restrizioni per i discendenti nati all’estero: la cittadinanza italiana potrà essere richiesta solo fino alla seconda generazione (fino ai nonni), mentre precedentemente non c’era un limite generazionale.
Qual è il livello di italiano necessario per ottenere la cittadinanza italiana?
Esclusivamente nei casi di richiesta della cittadinanza per matrimonio e residenza è richiesto un livello di conoscenza della lingua italiana pari almeno al B1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER).