In Italia, oltre il 30% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito violenza fisica o sessuale, con il 13,6% di queste vittime di abusi da parte del partner o ex partner, secondo le ricerche ISTAT. Per promuovere l’indipendenza economica delle donne vittime di violenza, lo Stato italiano ha introdotto sgravi fiscali per le aziende private che le assumono.
Questi incentivi offrono esenzioni dai contributi previdenziali per favorire l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza, supportando così il loro reinserimento nel mondo del lavoro.

Cos’è lo sgravio contributivo per l’assunzione di donne vittime di violenza
Lo sgravio contributivo per l’assunzione di donne vittime di violenza è un’agevolazione fiscale destinata ai datori di lavoro che decidono di assumere donne che hanno subito violenze fisiche o sessuali.
I datori di lavoro del settore privato che adottano questa misura sono esonerati dal pagamento dei contributi previdenziali (ad eccezione dei premi e contributi INAIL) per ciascuna lavoratrice, fino a un massimo di 8.000 euro annui.
Obiettivo dello sgravio fiscale
L’obiettivo principale di questa agevolazione è favorire l’inserimento delle donne vittime di violenza nel mondo del lavoro, offrendo loro l’opportunità di ricostruire la propria indipendenza economica. L’integrazione nel mondo lavorativo permette alle donne di uscire da situazioni di difficoltà e di emanciparsi, contribuendo così al loro benessere e alla loro autonomia.
Le leggi che regolamentano la concessione degli sgravi contributivi
L’erogazione degli sgravi contributivi per chi assume donne vittime di violenza è stata comunicata tramite l’approvazione della Legge di Bilancio 2024: informazioni dettagliate si possono infatti leggere nell’articolo 39, più precisamente a partire dal comma 2-quinquies, sino ad arrivare al comma 2-septies.
Inoltre, la Circolare numero 41 del 05 marzo 2024 contiene maggiori dettagli, validi anche per il 2025, su come deve essere disciplinata e applicata l’agevolazione fiscale per le imprese che assumono donne vittime di violenza.
Nei prossimi paragrafi vi spiegheremo in modo semplice e dettagliato il funzionamento degli sgravi fiscali secondo quanto stabilito dalle leggi.
Fondi erogati per gli sgravi fiscali
L’esonero contributivo per l’assunzione di donne vittime di violenza è finanziato con fondi annuali definiti dalla Legge di Bilancio 2024 e successivamente rifinanziati per gli anni successivi. I limiti massimi di spesa per ciascun anno sono i seguenti:
- 2024: 1,5 milioni di euro
- 2025: 4 milioni di euro
- 2026: 3,8 milioni di euro
- 2027: 2,5 milioni di euro
- 2028: 700.000 euro
Una volta raggiunto il limite di spesa annuale, l’INPS non potrà accogliere ulteriori richieste di accesso all’agevolazione per l’anno in corso.
Requisiti delle donne vittime di violenza assunte
Per poter beneficiare dello sgravio contributivo, le donne assunte devono:
- Essere disoccupate, come definito dall’articolo 19 del Decreto Legislativo 14 settembre 2015, n. 150.
- Essere state vittime di violenza.
- Beneficiare del “Reddito di libertà”, misura prevista dall’articolo 105-bis del Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla Legge 17 luglio 2020, n. 77.
Inoltre, ai fini del riconoscimento dello sgravio, il “Reddito di libertà” è equiparato alle analoghe misure previste da fonti regionali o provinciali.
Non è rilevante la natura del contratto di lavoro: l’agevolazione è applicabile sia ai contratti a tempo determinato che a quelli a tempo indeterminato.
A chi spetta lo sgravio fiscale
Possono usufruire dello sgravio contributivo esclusivamente i datori di lavoro del settore privato. Le aziende pubbliche non hanno diritto a questa agevolazione.
Funzionamento dello sgravio contributivo
I datori di lavoro che soddisfano i requisiti necessari sono esentati dal versamento dei contributi previdenziali a carico dell’azienda fino a un importo massimo di 8.000 euro annui. Tuttavia, devono comunque versare:
- I premi e i contributi dovuti all’INAIL per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
- Gli importi che superano gli 8.000 euro annui.
L’agevolazione può essere applicata per un periodo variabile in base alla tipologia di contratto:
- Contratto a tempo determinato: esonero per un massimo di 12 mesi.
- Trasformazione di un contratto a tempo determinato in uno a tempo indeterminato: esonero per un massimo di 18 mesi.
- Contratto a tempo indeterminato: esonero per un massimo di 24 mesi.
In caso di contratti a tempo parziale, l’importo dell’agevolazione è proporzionalmente ridotto.
Quali sono i contributi che non rientrano nello sgravio fiscale?
Come anticipato non rientrano nello sgravio, quindi devono essere comunque corrisposti dal datore di lavoro i contributi INAIL per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.
Inoltre i datori di lavoro dovranno comunque finanziare i Fondi a cui hanno scelto di aderire, in particolare:
- il Fondo per l’erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto;
- i Fondi di solidarietà;
- i Fondi di integrazione salariale;
- il Fondo di solidarietà territoriale;
- il Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale;
- i Fondi interprofessionali per la formazione continua.
Per quanto tempo dura l’agevolazione fiscale?
È possibile beneficiare degli sgravi contribuiti per 12 mesi, 18 mesi o un anno a seconda del contratto che viene offerto alla lavoratrice:
- se il contratto sottoscritto dalla lavoratrice è a tempo indeterminato è possibile ottenere gli sgravi per 12 mesi;
- se il contratto sottoscritto in precedenza dalla lavoratrice viene trasformato a tempo indeterminato, l’azienda può ottenere gli sgravi contributivi per ulteriore 6 mesi per un totale di 18 mesi a partire dall’assunzione;
- se la lavoratrice viene assunta a tempo indeterminato l’azienda potrà ottenere gli sgravi per un intero anno a partire dalla data di assunzione.
Il periodo soggetto all’esonero contributivo può essere sospeso dal datore di lavoro, solo esclusivamente nei casi in cui la lavoratrice si assenti per maternità obbligatoria.
Qual è l’importo massimo dell’agevolazione fiscale?
L’importo massimo dell’agevolazione fiscale è stato definito e comunicato attraverso la Circolare numero 41 del del 5 marzo 2024 valido anche per il 2025. Nel documento viene chiarito che l’importo massimo dell’agevolazione, ovvero gli 8000 euro di esenzione fiscale a cui possono accedere i datori di lavoro che assumono donne vittime di violenza, suddiviso su base mensile è di 666, 66 euro.
Per quanto riguarda i lavori che si sono trasformati o instaurati nel corso di un mese, la quota va ripartita nei 31 giorni mensili (21,50 euro giornalieri) e moltiplicata per il numero dei giorni di lavoro effettuati dalla lavoratrice dipendente.
Pertanto, se una donna per esempio avrà lavorato solo 10 giorni il calcolo da fare è il seguente:
(666, 66 euro / 31) x 10 giorni lavorativi, ovvero 21,50 euro per 10 giorni lavorativi = 215 euro.
Come ottenere lo sgravio fiscale per donne vittime di violenza?
Secondo quanto stabilito dal messaggio numero 2239 del 14-06-2024 i datori di lavoro che vogliono ottenere gli sgravi contributivi per le assunzioni di donne vittime di violenza di genere possono presentare una richiesta attraverso una procedura online. Per presentare la domanda è necessario:
- effettuare l’accesso al Portale delle Agevolazioni – ex DiResCo tramite PIN, SPID, CIE, CNS, eIDAS.
- seguire il percorso: “Imprese e Liberi Professionisti” > “Esplora Imprese e Liberi Professionisti” > sezione “Strumenti” > “Vedi tutti” per accedere al modulo “ERLI”.
Una volta effettuato all’accesso, al datore di lavoro sarà richiesto si inserire le seguenti informazioni:
- i dati anagrafici della lavoratrice assunta;
- la data di rilascio del provvedimento riguardante il percorso di protezione;
- il Comune di riferimento;
- la retribuzione mensile lorda;
- l’aliquota contributiva.
Nel caso in cui l’INPS dovesse accettare la domanda, allora il datore di lavoro potrà fruire dello sgravio contributivo mensilmente all’interno della denuncia Uniemens.
Altri sostegni statali per il lavoro femminile
Per aumentare il tasso di occupazione femminile e sostenere l’imprenditorialità femminile, lo Stato concede alcuni finanziamenti tramite i seguenti progetti.
Azzeramento dei costi contributivi per le aziende che assumono donne vittime di violenza
Le aziende che assumono donne vittime di violenza hanno la possibilità di essere esonerate dal pagamento dei contributi obbligatori sino a un massimo di 8000 euro. Fanno eccezione i contributi INAIL che devono comunque essere corrisposti. I datori di lavoro possono ottenere il beneficio per 12 o 18 mesi a seconda che la lavoratrice venga assunta a tempo determinato o indeterminato. La domanda va presentata telematicamente tramite il portale INPS.
FAQ
Come si richiede lo sgravio contributivo per donne vittime di violenza?
Per richiedere lo sgravio, il datore di lavoro deve accedere al Portale delle Agevolazioni (ex DiResCo) tramite SPID, CIE o PIN, compilare il modulo online “ERLI” e fornire i dati richiesti. Se la domanda viene accettata, il beneficio sarà applicato mensilmente nella denuncia Uniemens.
Cos’è l’agevolazione contributiva per l’assunzione di donne vittime di violenza?
Lo sgravio contributivo per l’assunzione di donne vittime di violenza è un’agevolazione che esenta i datori di lavoro dal pagamento dei contributi previdenziali, fino a un massimo di 8.000 euro annui, per le donne assunte che soddisfano determinati requisiti, come essere disoccupate e vittime di violenza.
Quali contributi non rientrano nello sgravio fiscale per donne vittime di violenza?
I contributi che non rientrano nello sgravio includono i premi INAIL per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e i contributi per i fondi come il TFR, i fondi di solidarietà e altri fondi previdenziali e di integrazione salariale.
Quali requisiti devono rispettare le donne vittime di violenza assunte?
Le lavoratrici devono essere disoccupate, vittime di violenza e beneficiarie del reddito di libertà o di misure equivalenti a livello regionale. Possono beneficiare dello sgravio anche le donne che non ricevono il reddito di libertà ma usufruiscono di altri assegni statali o regionali.